venerdì 18 ottobre 2013

Portogallo Fly&Drive

Costo 1100 € a testa ALL inclusive (viaggiando in 2)
Durata 2 settimane
Km percorsi: 2.500

Il Portogallo è una meta talvolta trascurata da molti viaggiatori…un po’ forse per la sua posizione periferica in Europa o perché viene visto da molti come un “fratello minore” della vicina Spagna, così ricca di movida, belle spiagge e tanta cultura da catalizzare l’attenzione su di sé come regina della penisola Iberica, lasciando il Portogallo un po’ in disparte. Non concedersi un viaggio in questo bellissimo Paese sarebbe però un grande errore, perché Lisbona & Co. non hanno niente da invidiare alla Spagna né a tenti altri posti! La capitale è una città moderna ma piena di storia, Oporto con le sue cantine fà la felicità di ogni intenditore (e non!) di vini, in Algarve si trova un mare turchese contornato da archi naturali e rocce molto suggestivi e anche l’entroterra ha colori e profumi che meritano di essere vissuti!

PORTO (3 giorni)

Capela das Almas
 Il volo Ryan da Pisa (260€ in 2 con 1 bagaglio da stiva in “condominio”) fa rotta su Porto, nella parte settentrionale del Portogallo, dove arriviamo nel tardo pomeriggio. Dall’aeroporto prendiamo la metro che in mezz’ora ci lascia proprio davanti all’hotel che abbiamo prenotato per le prime 3 notti: Pensao Do Norte 45€/notte, fermata Bolhao, carino ed economico (anche se l’assenza dell’ascensore con la stanza al 4^ piano si fa sentire!).
Per cena ci facciamo consigliare dalla Lonely per un ristorantino vicino l’albergo (O Cacula, con piatti vegetariani e non per ca. 26 € in 2) che si rivela buono, tanto che anche la sera successiva ci torneremo!
I tetti di Porto

La mattina con la luce ci accorgiamo che la nostra stanza si affaccia su una bella Chiesa (Capela das Almas) ricoperta di azulejos, decorazioni bianche e blu tipiche del Portogallo che ricoprono edifici di ogni tipo! Cerchiamo subito un posto per la colazione e siamo davvero fortunati: a pochi passi dall’hotel c’è la Confaiteria do Bolhao, dove paste buonissime e giganti costano in media 0,60€…abbonamento sicuro x 3 giorni! Con la pancia piena possiamo cominciare la visita della città, iniziando dal vicino mercato.
Ribeira
Come prima tappa della giornata saliamo sulla Torre dos Clerigos che, dai suoi 76 metri di altezza, ci permette di avere una panoramica a 360 gradi della città con una visuale davvero unica (2,50 € + 225 scalini!).
Palazzo della Borsa
Scendendo verso il fiume Douro incontriamo alcuni tra i maggiori monumenti di Porto: la stazione Sao Bento, famosa per gli azulejos che ricoprono gran parte dell’atrio principale; il Palazzo della Borsa (dove purtroppo non entriamo ma che sarebbe interessante visitare partecipando ad una visita guidata, costo ca. 5 €, meglio prenotare) e il vicino ex mercato coperto dove oggi si svolgono eventi ed esposizioni (al primo piano c’è anche un locale con pouf e divanetti perfetti  per una sosta!). Poco più avanti anche l’Igreja de Sao Francisco, tanto austera dal di fuori quanto sfarzosa e barocca all’interno con dorature ovunque.
Cantine a Vila Nova de Gaia
Arriviamo così alla Ribeira, cuore storico della vecchia Oporto e patrimonio mondiale dell’Unesco (come mezzo Portogallo pare!), adesso caratterizzato da case popolari dai colori pastello che si alternano a ristorantini molto turistici. La riva opposta del Douro (Vila Nova de Gaia) è sede delle numerose case vinicole (Fonseca, Taylor’s) e si raggiunge attraverso il famoso ponte di ferro Dom Luis I, progettato da un discepolo di Eiffel…sì, proprio quello della torre parigina!
Ponte Dom Luis
Scegliamo di fare una visita guidata (gratuita) alla cantina Taylor’s, che si rivela molto interessante, con spiegazioni in portoghese ed inglese sui metodi di invecchiamento del vino, visita alle immense botti e con tanto di degustazione finale!
Tornando verso l’hotel percorriamo Rue S. Caterina, via rinomata per lo shopping, dove in effetti ci lasciamo andare a qualche acquisto approfittando anche dei saldi in corso!
La sera cerchiamo inutilmente un locale consigliato dalla guida proprio a nord di S.Caterina, ma trovandolo chiuso (nel senso che è proprio fallito, con buona pace della Lonely!) ripieghiamo sul ristorante della sera prima! 
Casa de Musica


La seconda giornata è dedicata alla scoperta della parte più moderna di Porto, a partire dalla futuristica Casa de musica, un’innovativa sala da concerti inaugurata nel 2005, fatta di cemento bianco e vetrate a specchio dalla forma spigolosa ma affascinante. Dentro sono allestite varie postazioni multimediali e soprattutto una sala da concerti in stile tradizionale che accoglie ogni sera performance di tutti i genere, dal jazz alla musica classica. 
La casa rosa

Proseguendo per la trafficata Avenida da Boavitsa in direzione ovest arriviamo (con non poca fatica visto che dista ca. 4 km dal centro e il sole picchia!) al Museo de Arte Contemporanea, dove per 6 € possiamo visitare sia il museo che il parco di Serralves. Il museo ci lascia un po’ perplessi, con istallazioni forse anche troppo moderne e di difficile comprensione! L’immenso parco invece è assolutamente da non perdere, con roseti, stagni di ninfee, frutteti e racchiude anche una casa tutta rosa in stile art decò.
Parco di Serralves

Arriviamo fino in fondo al parco (che si estende per ben 18 ettari!) confidando nel fatto che ci sia sicuramente un’uscita finale, ma le cose non stanno proprio così e ci troviamo quindi a dover percorrere (stavolta in salita!) gran parte della strada fatta per arrivare all’uscita laterale (nonostante la forte tentazione di scavalcare il muro di cinta del parco in un punto agibile!). Una volta riusciti ad uscire ci dirigiamo verso il fiume e sbuchiamo praticamente di fronte ad Afurada, paesino di pescatori situato alla foce del Douro collegato con un piccolo traghetto a Porto. Da qui prendiamo il tram elettrico che ci riporta alla Ribeira che è ormai pomeriggio inoltrato.
Arriviamo comunque fino alla Sé, la grandiosa cattedrale romanica di Porto situata sulla collina da dove domina la città con il suo inconfondibile rosone. 
La Cattedrale

La sera andiamo in zona Cordoaria, e non possiamo non rimanere abbagliati dalla Igreja do Carmo in stile rococò ricoperta di azulejos su un intero lato. Proprio davanti alla chiesa si trova il ristorante cha abbiamo scelto per cena su consiglio della Lonely: A Tasquinha, locale tipico dove vengono servite specialità come una terrina con pezzi di maiale e fagioli giganti...per stomaci forti!
L’ultima sera a Porto la passiamo in zona Rua Galaria de Paris dove si concentra la maggior parte dei locali del centro e di sicuro non manca mai movimento!
Igreja do carmo

PORTO- PONTE DE LIMA - BRAGA- BARCELOS- GUIMARAES

Da oggi comincia il viaggio on the road! Andiamo all’aeroporto per ritirare la nostra Toyota IQ dove a malapena entrano i bagagli, e per fortuna che viaggiamo leggero (costo noleggio 290 € per 11 giorni senza franchigia)!
Chiesa sul Monte S.Luzia
La prima tappa è Viana di Castelo, in direzione nord, dove arriviamo dopo essere saliti sul vicino Monte de Santa Luzia che dalla collina sovrasta il paese con l’imponente Templo Do Sagrato Coraçao De Jesus, in stile neobizantino. Per pochi giorni ci siamo persi la festa di Viana, una specie di carnevale che si svolge intorno al 20 agosto intitolata “Romaria de Nostra Senhora d’Agonia”, ma in città si vedono ancora le decorazioni per le vie del centro. Tutti i monumenti principali della cittadina si trovano nelle vicinanze di Praca de Repubblica. 
Ponte de Lima

Il tempo non è dei migliori e quando arriviamo alla pittoresca Ponte de Lima il cielo è nerissimo. Questa località situata lungo il fiume Lima è caratterizzata da un piccolo centro storico medievale e sulla riva opposta spiccano le statue a misura reale di soldati romani che ricordano il punto esatto dove l’esercito di Roma attraversò il fiume (con tanto di leggenda sui poteri di queste acque di far dimenticare il passato!).
Dopo un pranzo veloce con panini al prosciutto fatti sul momento proseguiamo per Barcelos. 
Galli a Barcelos

 Questo paese, un po’ anonimo, è famoso per essere la patria del gallo simbolo del Portogallo e in effetti nel mercato del paese vendono galletti di ogni tipo: calamite, porta-stuzzicadenti, porta-tovaglioli, tappi…e perfino galli vivi! Non possiamo non prendere souvenir di vario genere da portare a casa!
Penultima tappa di questa intensa giornata è Braga, caratterizzata da un centro storico molto curato, dove svetta la cattedrale più antica del Portogallo; percorrendo la via centrale si arriva all’Antigo Paco Episcopal, dove nel Jardim de S. Barbara ci si può perdere tra coloratissime aiuole fiorite.
Guimaraes - chiostro
Ormai è quasi ora di cena quando arriviamo a Guimaraes e ci districhiamo per le stradine alla ricerca del nostro hotel (Hotel Mestre De Aviz 45 €). Sosta veloce in hotel ed usciamo subito per addentrarci nel centro storico a nord di Largo do Toural: un vero cantiere, come del resto gran parte della città in vista dell’evento previsto nel 2012, quando Guimaraes sarà capitale europea della cultura! Ci sorprende un acquazzone e siamo costretti a scegliere in fretta il posto per la cena, così entriamo in un ristorantino in Praca do Santiago che espone il simbolo della Routarde: il petto di pollo alla griglia ci salva sempre!

GUIMARAES – AMARANTE - VALLE DEL DOURO – COIMBRA

Guimaraes - Il Castello
 La visita vera e propria della cittadina è rimandata alla mattina successiva, quando percorriamo con un timido sole e una temperatura non proprio estiva le stradine acciottolate, passando per varie piazzette con i tipici chiostri ed arrivando fino all’imponente castello sulla “sagrada” collina, dove nacque il primo Re del Portogallo, con il suo bel parco e le mura ancora intatte.
Stasera non abbiamo prenotato niente per la notte per avere una certa libertà nel tragitto, e così decidiamo di allungare un po’ il percorso per visitare la valle del Douro dove il nostro sguardo si  perde tra gli infiniti e caratteristici vigneti terrazzati.
Amarante

Prima però facciamo una fermata ad Amarante, paesino medievale che si snoda lungo il  Rio Tamega e la cui peculiarità è rappresentata dal fatto che durante la festa di S. Gonçalo (il S. Valentino Portoghese) a inizio Giugno è usanza che gli uomini (single!) porgano alle donne (single!) dei dolcetti ricoperti di glassa dalla indiscutibile forma fallica! La cosa bella è che nei negozi questi dolci sono esposti accanto alle immagini del santo! Al di là del fiume, che si raggiunge con un bel ponte pedonale, si trova la chiesa intitolata sempre a S. Gonçalo. 
Vigneti nella valle del Douro

Proseguiamo quindi per Coimbra, vitale cittadina universitaria dove arriviamo a metà pomeriggio; qui prendiamo una camera al Residential Domus, hotel essenziale ma decoroso con vecchi mobili in legno per 40€. Facciamo subito la scarpinata dall’arco di Amedina (antica porta moresca) fino alla sede della famosa università, che domina il paese con una bella terrazza panoramica. Visitiamo anche la Biblioteca Joanina (ingresso 3,50 €) dove sono contenuti oltre 300.000 volumi antichi. Scendendo passiamo davanti alla cattedrale vecchia e alla cattedrale nuova.
Coimbra - La Sè
Per cena abbiamo adocchiato un posto proprio dietro l’hotel dove mangiamo una bella e abbondante grigliata di carne per ca. 20 € in 2! Passeggiata serale tra le vie pedonali di Coimbra finendo ad ascoltare il fado malinconico in un locale tipico.

COIMBRA – SINTRA - CASCAIS – CABO DE ROCA - LISBONA

Sintra sembra uscita direttamente da un libro di favole, con case color pastello dalle forme eccentriche e dai tetti merlati! Facciamo un giro in macchina per la strada che scorre nel bosco per ammirare il castello che domina dalla collina, le cui mura ricordano la muraglia cinese in miniatura.
Sintra

Alla fine però decidiamo di entrare solo nel Palacio National (7€ a testa), caratterizzato dai doppi camini giganti di forma conica. Le stanze all’interno sono ricche di arazzi e mobilio d’epoca, in particolare ci colpiscono la Sala das Pegas (con raffigurazioni di gazze che adornano tutto il soffitto!) e quella degli stemmi, con le pareti ricoperte di azulejos e i soffitti con intarsi dorati che raffigurano ben 72 stemmi di importanti famiglie del 16° secolo. La cucina, sovrastata dai camini, è davvero imponente, con pentolame adatto a cucinare per un intero esercito!
Palacio National
Partiamo quindi alla volta di Cascais, graziosa località di mare amata dai portoghesi e famosa nel mondo per il gran premio di F1. Qui trovò rifugio anche il re italiano Umberto II, esiliato dopo la seconda guerra mondiale (la sua immensa villa sul lungomare a lui dedicato è oggi stata trasformata in un lussuoso hotel a 5 stelle!). Facciamo una giratina per il centro ed arriviamo fino al porto, tutto molto ben tenuto ed elegante.
Proseguiamo poi per la prossima tappa prima di arrivare a Lisbona: Cabo de Roca, a 20 km ca. da Cascais, il punto più occidentale d’Europa! Arriviamo al faro da cui si ammira un panorama spettacolare sulla costa frastagliata ricca di speroni e rocce che escono dal mare…ma tira un vento tremendo! 
Cabo de Roca

Lisbona ci accoglie in tutta la sua grandezza di capitale e beccare l’uscita giusta nella circonvallazione non è impresa scontata, ma troviamo alla fine il nostro hotel Evidencia Astoria situato in un bell’edificio in zona Avenida de Liberdade, dove per 60€/notte (colazione compresa) ci danno una camera di design molto grande!
La cena è a base di pollo arrosto e salmone grigliato davvero stuzzicanti da El Rei D’Frango (proprio dietro la stazione del Rossio) e poi arriviamo fino alla vicina piazza Dom Pedro prima di andare a nanna!

LISBONA (2 giorni)

Torre di Belem
A Lisbona parcheggiare non è cosa facile, soprattutto nei giorni feriali, quindi oggi che è domenica (e i parcheggi sono gratuiti!) decidiamo di fare subito un giro in macchina arrivando nei posti più lontani che vogliamo vedere. Puntiamo diretti sulla zona di Belem, dove la prima tappa è il maestoso Mosteiro Dos Jeronimos, composto dall’immensa cattedrale, dove è sepolto il navigatore Vasco De Gama, e dal pittoresco chiostro (entrata gratis la domenica, se no 6 €!).
Mosteiro dos Jeronimos
Accanto visitiamo anche il Museo De Marinha, con numerosi modelli di navi della grandiosa epoca delle scoperte portoghesi, e poi ci dirigiamo a piedi fino alla Torre de Belem, in stile manuelino, e saliamo sulle mura merlate  di questo famoso simbolo della città affacciato sul fiume Tago (ingresso libero domenica 10-14, se no 4 €).
Il chiostro
Pasteis de Belem
Sempre gratuito invece il Museo d’arte moderna Coleccao Berardo, che ha la sua punta di diamante nei dipinti di Warhol.
Per pranzo non possiamo che entrare nella Pasteis de Belem, dove ci abbuffiamo dei deliziosi pasticcini fatti con crema cotta e uno spruzzo di cannella…divini!
All’uscita abbiamo anche il tempo di visitare il museo delle carrozze, un pò pacchiano ma divertente (da foto la carrozza papale tutta in oro!). 
Carrozza papale

Il pomeriggio ci spostiamo nella zona moderna di Lisbona (Parque das Nações/zona Expo), dove svetta la torre Vasco de Gama, palazzo iper-moderno a forma di vela ispirato ai grattacieli di Dubai alto ben 145 metri. Interessante anche la stazione ferroviaria di Oriente realizzata da Calatrava. Nel tentativo di avvicinarci per fotografare il famoso ponte vasco de gama ci finiamo proprio sopra e ci tocca percorrerlo andata e ritorno (17 km x 2!) con tanto di pedaggio...no comment!
Stazione d'Oriente
Lasciata la macchina percorriamo a piedi le vie del centro, come la caratteristica strada del baccalà, dove troviamo la Conserveira De Lisboa (un negozio di scatolette di pesce di ogni forma e colore!), e l’affollata Praca de Figueira. 
La Sè
Arriviamo poi fino alla cattedrale e ci fermiamo per un aperitivo sul mirador de S. Luzia con una visuale niente male sui tetti rossi dell’Alfama e sull’Igreja de Sao Vicente, con la vista che spazia fino al fiume.
Per cena scegliamo un ristorante con specialità orientali (ma non solo) in zona Rossio con menù all you can eat a 12 € in 2!

Di prima mattina percorriamo le vie già animate del Rossio e della Baixa (rua Augusta), piene di negozi di ogni tipo, fino ad arrivare alla Praca do Comercio, grande piazza in riva al Tago contornata da archi.
Elevador S.Justa

Essendo Lisbona una città costruita in salita sui sette colli che la circondano, gli abitanti si sono attrezzati costruendo anche dei caratteristici ascensori, come l’ Elevador S.Justa che dal cuore del Rossio porta al Bairro Alto.
Praca do Comercio
Ci spostiamo poi in Largo Martin Moniz per prendere il famoso Bus 28, un tram elettrico di linea che con un biglietto ordinario ci fa fare il giro turistico completo del cuore di Lisbona inerpicandosi per le strette viuzze dell’Alfama! 
Bus 28


Scendiamo all’altezza del Castello S. Jorge, monumento imperdibile che ha subito varie modifiche da quando fu costruito nel 5° secolo dai Visigoti, ma non ha certo perso il suo fascino.

Praca Figueira

Dalle sue mura si gode infatti di una vista a 360 gradi sulla città, ancora più particolare se si entra nella torre di Ulisse dove ogni mezz’ora viene fatto uno spettacolo che permette di vedere la città attraverso una specie di caledoscopio, con tanto di breve racconto sulla storia di Lisbona (come il terremoto del 1755 che distrusse e segnò profondamente la capitale).
Sao Vicente

Il castello dalle mura
Scendendo fotografiamo la Sé da tutte le prospettive possibili, nel tentativo (quasi riuscito!) di fare una foto identica a quella che appare sulla Lonely..la vera impresa però è farla senza  pullman turistici!
Non ancora stanchi ci arrampichiamo fino al mirador de S.Pedro de Alcantara, che dal Bairro alto permette di ammirare il Castello e le piazze del centro.
Il Castello dal Bairro Alto

Prima di cena ci fermiamo in piazza del Rossio, dove la guida ci consiglia di assaggiare la Ginjinha nell’omonimo mini-locale che serve solo questo liquore dolce alla ciliegia in bicchierini di plastica.
Rossio
Dopo una cena non soddisfacente a base di pizza (mai cadere in tentazione fuori dall’Italia!) vaghiamo per le stradine del Bairro alto affollate di ragazzi che bevono (e non solo ci pare!) di tutto, alcuni avvolti da coperte di pail fornite dai locali visto che la sera inizia a fare freschino anche nell’assolata Lisbona!

LISBONA – VILA NOVA DE MILFONTES

Per uscire dalla città in direzione sud percorriamo il Ponte 25 Settembre, e ci fermiamo al di là del fiume vittime di un doppio deja-vù…sembra infatti che i portoghesi abbiano il vizio di copiare le opere già realizzate altrove: in un solo colpo hanno “rubato” il Golden Gate di S. Francisco in California e il Cristo di S.Paolo in Brasile (quest’ultimo in miniatura però)!
Percorriamo la costa ammirando le spiagge incontaminate dell’Alentejo e tra tutte decidiamo di fermarci a Praia do Malhao, vicino al paese di Vila Nova De Milfontes dove abbiamo progettato di fermarci per la notte. In questo paesino di mare, semplice ma grazioso, troviamo una stanza per 35€ da una vecchia signora di origini tedesco-portoghesi. Cena  a base di pesce vicino alla foce del fiume, passeggiatina a seguire per le vie tranquille del centro e l’indomani mattina colazione da Mabi (nella piazza centrale) con croissant giganti che vengono riempiti sul momento con crema, marmellata o cioccolato a scelta!
Praia Arrifana

VILA NOVA DE MILFONTES – ALBUFEIRA

Iniziando la nostra discesa verso Albufeira la prima tappa è Praia da Arrifana, lunga spiaggia incorniciata da scogliere nere nella parte più settentrionale dell’Algarve, paradiso dei surfisti.
Proseguiamo poi in direzione Sagres, dove ci spingiamo fino a Cabo De Sao Vicente (6 km a ovest della città): con le sue scogliere a picco sul mare e l’immancabile faro è la punta sud occidentale del Portogallo.
L’hotel che abbiamo fissato ad Albufeira è una vera chicca: Dianamar, gestito da una famiglia scandinava, offe camere pulite con balcone a 60€ a notte, compresa una ricca colazione e merenda con dolci fatti in casa!
Dintorni di Albufeira

La grande spiaggia cittadina dista poche centinai di metri e si può raggiungere con delle scale o con l’ascensore e noi andiamo subito a fare una giratina! Per cena andiamo in un locale con la terrazza che si affaccia proprio sulla spiaggia ed assaggiamo un piatto tipico portoghese di cui ci avevano parlato: il pollo-piripiri, piccante ma buono!

ALBUFEIRA (2 giorni)

S. Raphael

Dopo tanto caldo preso nei giorni scorsi, mentre camminavamo per le città sotto il sole bollente, il tempo qui al sud non si rivela altrettanto buono! Questo non ci impedisce però di goderci il meritato relax ed apprezzare le belle spiagge dell’Algarve, con tanto di tuffi nell’acqua non proprio calda ma fattibile! I colori del mare sono spettacolari e la natura sorprendente con archi, guglie e grotte che rendono il paesaggio davvero unico. Ecco le spiagge per noi più suggestive:

S. Camillo
 -Praia S. Camillo e Praia de Dona Ana: spettacolari formazioni rocciose dorate (all’altezza di Lagos)
-Praia S. Raphael e Praia Galè subito a ovest di Albufeira
Dona Ana


Per la cena scegliamo una volta A Tasquinha do Rossio (dietro l’hotel, specializzata in pesce) e il giorno seguente O Catraio (centrale, serve piatti tipici portoghesi).

ALBUFEIRA - TAVIRA

Oggi, nonostante il tempo non si sia ancora rimesso del tutto, ci spingiamo ad est fino all’isola di Tavira, dove arriviamo con 10 minuti di traghetto (2 € a testa a\r) da Quatro Aguas, 2 km a sud est del paese Tavira, quasi al confine con la Spagna. L’isola è molto carina, il mare gradevole e soprattutto la grande spiaggia è piena di conchiglie bellissime che non posso certo lasciarmi scappare! Solo il temporale che ci sorprende a inizio pomeriggio mi può far desistere dalla raccolta a oltranza!

ALBUFEIRA – EVORA – MEGALITI – LISBONA

Igeja de Graca
Ieri sera su internet abbiamo trovato un’occasione last minute per il solito hotel a Lisbona a 35 € (quasi la metà dell’altra volta), quindi anche la notte di oggi è fissata!
La mattina ci concediamo un ultimo tuffo a S. Raphael, visto che il tempo si è finalmente rimesso (giusto oggi che andiamo via!). Prima di pranzo iniziamo la risalita per arrivare di nuovo alla capitale; la fermata prevista è ad Evora, nel cuore dell’Alentejo. Ad Evora si mescolano stili architettonici diversi che testimoniano il susseguirsi di molteplici culture nei secoli. Nel giro di poche centinaia di metri troviamo infatti il tempio romano di Diana, l’Igreja de Graça (con strane figure gotiche in pietra) e il Palácio dos Duques de Cadaval. Più avanti la graziosa Praça do Giraldo con le sue fontane e caffè e ancora più a sud l’inquietante Cappella delle Ossa dentro la Igreja de S.Francisco.
Tempio di Diana
Nei dintorni della città (ca. 15 km) sono stati rinvenuti imponenti menhir risalenti al megalitico; con una breve passeggiata dal parcheggio si può raggiungere il Menhir dos Almendres (monolite isolato altro 2,5 metri) oppure in macchina ci si può fermare davanti al cormelech dove si trovano un centinaio di monoliti disposti in cerchio.
Per l’ultima notte portoghese ci avventuriamo senza meta nel Bairro alto e finiamo in un wine bar dalla luce soffusa (Artis) dove servono un po’ di tutto in un ambiente decisamente rilassante. Dopo cena prendiamo l’ultima cerveja (birra) in giro per locali (è incredibile quanto sia viva Lisbona ogni sera della settimana!) e poi per noi è già l’ora di andare a nanna!
Menhir

LISBONA – PORTO

Unico sfizio di oggi: colazione con le ultime pastine alla Pasteis de Belem! Per il resto la giornata si consuma per fare i quasi 500 km che ci separano da Porto, dove il volo Ryan (per una volta in netto ritardo!) ci riporta a casa, stanchi ma molto soddisfatti di questo gran bel viaggio!
 

giovedì 17 ottobre 2013

Sognando...BARCELLONA!


Nel momento in cui ho realizzato che i pochi ricordi sfuocati di Barcellona risalgono a più di 10 anni fá e sono legati ad una gita scolastica di fine anno, si sono fatte spazio 2 certezze...1) sto invecchiando, sigh!! 2) dobbiamo assolutamente tornarci!! Ed ecco che in pochi giorni abbiamo fissato il volo ryanair a 59€ A/R in 2...quindi si parteeee!!! Pianificazione in corso per 3 giorni nella capitale onoraria della movida spagnola...dettagli a breve!!

martedì 20 agosto 2013

TOUR DE FRANCE

 


Tour de France...o Tour de force???
  Periodo: 15 giorni a metà luglio
5200 km percorsi passando per:
Colmar-Strasburgo-Nancy-Epernay-Parigi-Versailles-Rouen-Etretat-Spiagge D-Day Normandia-Mont Saint Michel-S.Malò-Dinan-Paimpol-Costa Granito Rosa-Carnac-Castelli della Loira-Tours-S.Emilian-Bordoux-Dune Du Pilat-Carcassonne-Avignone-Provenza-S.Raphael-Cannes-Cap d’Antibes-Montecarlo
Guide: le 2 Lonely Planet sulla Francia, una per la parte meridionale e l’altra per il centro-nord (questa volta devo dire un po’ deludenti purtroppo)
Costo ALL inclusive 1050 € a testa (viaggiando in 2)

Quest’anno ho superato le mie aspettative…con un viaggio davvero low cost in un paese non certo economico, senza rinunciare a fare comunque tante esperienze e vedere cose e luoghi diversi!
I tanti km in macchina possono spaventare, e in effetti si sono fatti sentire, ma aggiustando un po’ il tiro ed essendo disposti a spendere qualcosina in più in autostrada (noi le abbiamo evitate il più possibile, sia per un fatto di costi che per fare strade più panoramiche) è un viaggio decisamente fattibile e che merita di essere fatto…anche perché dopo questi 15 giorni on the road possiamo dire di aver affrontato l’argomento “Francia” in modo più che esaustivo!

Giorno 1: Italia-Strasburgo (800 km)

Colmar - Petit Venice
La partenza è prevista per metà luglio di buon mattino…destinazione di oggi Strasburgo, circa 800 km! Il tratto italiano scorre tranquillo, senza code pur essendo ormai alta stagione, fino ad arrivare al confine con la Svizzera a Chiasso. Valutando le alternative per il tragitto abbiamo visto che passare per la Svizzera conviene notevolmente in termini di km e di costi, in quanto le autostrade francesi sono carissime ed è quindi più economico pagare la vignette (bollino autostradale svizzero forfettario 35 € validità annuale). Il primo ed unico intoppo lo troviamo in prossimità del passo del S. Gottardo…ma basta ed avanza per farci perdere oltre 2 ore! Il meccanismo di accesso alla galleria è infernale: ci sono vari semafori che generano in modo inevitabile code infinite anche se le macchine sono un numero ragionevole! Una volta riusciti ad attraversare il traforo la coda continua ancora per un po’, ma poi riprendiamo un buon ritmo di marcia e verso le 18 arriviamo in Alsazia per la nostra prima fermata ufficiale in Francia: Colmar!
Colmar
Cittadina adorabile che in più persone ci avevano consigliato, non ci delude per niente nonostante la stanchezza delle tante ore di viaggio che inizia a farsi sentire. Il quartiere centrarle Petit Venice è un intreccio di canali e stradine acciottolate (come dice la Lonely!) su cui si affacciano le caratteristiche case a graticcio. In una piazzetta è anche in corso la presentazione del vino dei produttori locali e ci uniamo alle numerose persone che stanno assaggiando il buon vino! Scopriremo più avanti che a Colmar si svolge proprio in questo periodo un importante festival musicale…Virgin Radio, che ci accompagnerà per tutto il viaggio, non perde occasione per ricordarlo, sembra più famoso del festival di Sanremo in Italia!

Statua della Libertà
Uscendo dal paese ci imbattiamo in una "signora" decisamente fuori posto: al centro di una rotonda domina una copia in miniatura della Statua della Libertà di NYC! Il mistero è presto svelato: Bartholdi, l’ideatore dell’originale Statua, era un illustre cittadino di Colmar! Arriviamo al nostro hotel un po’ fuori Strasburgo (Comfort hotel Montagne Verte, 40€ la doppia) che sono quasi le 9. Trovarlo non è facile, nonostante le indicazioni stampate da booking, anche perché la strada che porta all’hotel è chiusa per lavori…provvidenziale l’aiuto di un gentilissimo francese che si offre di portarci direttamente all’hotel! Ottima prima impressione dei nostri “cugini”, nonostante siano noti per non essere molto affabili con i turisti! Per cena la fatica di arrivare in città, vista l'ora e gli 800 km alle spalle, ha il sopravvento ed optiamo per il ristorante dell'albergo, dove mangiamo in giardino piuttosto bene ad un prezzo equo (20 € in 2).

Giorno 2: Strasburgo – Nancy – Epernay – Parigi (450 km)
 
Strasburgo

La mattina, dopo la nostra prima colazione a base di ottimi croissant in una patisserie vicino l’hotel, ci dirigiamo in centro per visitare Strasburgo. Impossibile non notare come in Francia esista un vero e proprio "rito della baguette": ogni farncese che si rispetti cammina per strada, fin dalla mattina presto, con in mano la sua bageutte (o anche più di una) incartata in un piccolo foglio di carta (non proprio igenico a dire il vero!)...una vera fissazione! Il giro di Strasburgo inizia dalla caratteristica Petit France (ma qui è tutto “petit”?!), che ci ricorda un po’ Colmar per le case a graticcio mezze sbilenche che pare debbano crollare da un momento all’altro e i canali, dove passano anche battelli turistici. Immancabili i coloratissimi gerani alle finestre.
Strasburgo - Petit France

Con una piacevole passeggiata lungo uno dei canali principali arriviamo alla cattedrale, dove entriamo per ammirare anche l’orologio astronomico (alle 12 di ogni giorno c’è anche una dimostrazione del suo funzionamento, a pagamento ovviamente!). Prendiamo poi la macchina per dirigerci alla sede del Parlamento Europeo, un po’ fuori dal centro: una serie di edifici moderni e luccicanti ma piuttosto anonimi.
Place Stanislas

La giornata prosegue puntando su Nancy, elegante cittadina della Lorena che custodisce una delle più belle piazze di tutta la Francia! In effetti Place Stanislas è un vero gioiello, circondata da palazzi raffinati e imponenti cancelli e fontane dorate, oltre ad un arco di trionfo (molto più piccolo di quello parigino!).

Fontana in Place Stanislas

Nelle strade vicino alla piazza ci sono molte gioiellerie e negozi chic, mentre più avanti c’è la sede della camera di commercio in stile Art Nouveau (prorpio a Nancy infatti ha avuto inizio questo movimento artistico).
Per noi Nancy è anche una tappa per pranzare con un mega panino “made in France” in zona Place St.Epvre, approfittando anche del fatto che i parcheggi sono gratuiti dalle 12 alle 14!
Avenue de Champagne
Sono ormai le 3 quando ci dirigiamo verso la regione dello Champagne, dove vorremmo fare una visita ad una delle famose cantine (ad es. Moet & Chandon) nel paesino che si autodefinisce capitale dello Champagne: Epernay.
I km da fare però non sono pochi, quindi arriviamo in paese verso le 17, tra l’altro dopo un diluvio che ha fatto precipitare la temperatura dai 32 ai 16 gradi, e con nostro grande disappunto scopriamo che le cantine hanno già chiuso (in media alle 16.30…voglia di lavorare saltami addosso eh!?).
Vigneti dello Champagne
Non ci perdiamo però d’animo: fotografiamo la statua di Dom Perignon (frate benedettino che perfezionò il metodo di fermentazione dello champagne) e il tappo gigante sulla rotonda all’inizio di Avenue de Champagne, strada principale su cui si affacciano tutte le Maison, e poi girelliamo per il paese alla ricerca di un locale dove fare almeno una degustazione. Finiamo in quello che ci suggerisce la guida “C.Comme”, molto carino e ideale per un aperitivo a base di formaggi e champagne! Questa diventa poi la nostra cena, perché verso le 7.30 rimontiamo in macchina e, passando per vigneti immensi e curati alla perfezione (ci credo, valgono 1.000.000 € l'ettaro!!), arriviamo a Parigi che è ormai già sera inoltrata, nonostante la luce che quassù regna fino alle 10 passate.
Dopo esserci districati tra le infinite uscite della peripherique cittadina raggiungiamo il nostro hotel Porte de Versailles, nell’omonimo quartiere (non centralissimo ma ben servito da metro e bus). La sorpresa è decisamente positiva quando ci viene data una camera doppia pulita, grande e pure con doccia idromassaggio…il tutto per 60€ a notte fissato all’ultimo minuto su booking! Un vero affare, soprattutto considerando lo scenario disastroso degli hotel a Parigi, di solito cari e di basso livello!

Giorno 3: Parigi

La prima questione da affrontare è il problema parcheggio…siamo praticamente costretti ad usufruire della convenzione che il nostro hotel ha con il Meridian accanto: 15€ al giorno, non pochi ma a Parigi tutte le zone hanno sosta massima 2 ore dalle 9 alle 19 a pagamento e girare in macchina con il traffico cittadino è allucinante, quindi ci rassegnamo e paghiamo, promettendo che la prossima volta veniamo in aereo!
Tour Eiffel

Per spostarci scegliamo un abbonamento giornaliero illimitato metro/bus a 6,60 € e prendiamo subito il bus n. 80 che ci porta diretti al simbolo di Parigi: la Tour Eiffel! Purtroppo sono in molti ad avere avuto questa idea (strano!?) ed essendo già le 10.30 passate la coda per salire è lunghissima…proviamo per un po’, in un attimo di sconforto valutiamo anche l’idea di fare le scale fino al secondo piano per fare meno coda… ma poi (visti anche i 30 gradi che già ci sono!) desistiamo, rimandando la vista panoramica al giorno dopo (è possibile però fissare su internet con qualche giorno di anticipo allo stesso prezzo - 14,50 € - così si salta gran parte della coda!).
Facciamo comunque le foto di rito alla torre di ferro inaugurata nel 1889, da ogni angolazione possibile! Per recuperare il tempo perso e avere una prospettiva diversa della città ripieghiamo su un giro a bordo del Bateaux Parisien lungo la Senna (13 € compresa autoguida in italiano). Il giro dura circa un’ora e arriva fin dopo Notre Dame passando sotto i ponti più famosi della capitale francese e intorno alle isole sul fiume (Ile de la Cité e Ile S.Louis), ma definirlo impedibile non direi! Ci sono anche altre compagnie che fanno più o meno lo stesso percorso partendo un po’ più distanti dalla Tour Eiffel, e forse sono anche più economiche!
Pont Alexandre III

Arch de Triomphe
Quando scendiamo ci dirigiamo a piedi prima al Trocadero, ottimo punto panoramico per ammirare la torre da un’altra angolazione, e poi all’Arc de Triomphe. L’Arco, oltre ad essere un altro dei principali simboli di Parigi, è un vero crocevia di arterie stradali…impossibile e pericoloso attraversare senza usare il sottopassaggio! Una volta arrivati sotto l’Arco (è possibile anche salirci sopra per 10 €) verso nord si intravede il quartiere moderno di La Defense, con grattacieli luccicanti e il Grande Arche, dalla parte opposta invece si aprono gli Champs Elysees in tutto il loro splendore! Li percorriamo a piedi ammirando le vetrine delle grandi firme (memorabile quella di Fendi con dei dinosauri dorati giganti!) ed entrando in qualche negozio più abbordabile (Sephorà, H&M, Abercrombie con tanto di modelli mezzi svestiti!). Per pranzo abbiamo pensato di andare a Montmartre e prendiamo nuovamente il bus n. 80 che fa capolinea proprio da quelle parti…non avevamo però messo in conto la variabilità del meteo francese! Nel giro di mezz’ora il cielo diventa nerissimo e si scatena un diluvio! Facciamo appena in tempo ad entrare in un bistrot anonimo per evitare di mezzarci del tutto; qui ordiniamo un menù del giorno e una salade de chevre chaud per la non modica cifra di 22 €!
Operà
Visto che non accenna a smettere di piovere programmiamo un pomeriggio tra gallerie commerciali e musei, ma appena arrivati in metro davanti alla Gallery La Fayette spunta il sole, quindi nuovo cambio in corsa! Siamo vicini al teatro dell’Operà (Palais Garnier), che andiamo subito a vedere, ammirando la sua facciata di colonne e statue dorate. Proseguiamo poi per Place Vendome: la Lonely ci fa notare che l’obelisco alto più di 40 metri al centro della piazza è stato costruito con il bronzo ricavato dai cannoni che Napoleone sottrasse ai sui nemici a inizi 1800. Lo stesso Napoleone sovrasta l’obelisco nelle vesti di un imperatore romano…quando si dice manie di grandezza!
Notre Dame de Paris
Sempre a piedi raggiungiamo la Cattedrale de Notre Dame de Paris, situata sull’Ile de la Cité, davvero imponente! Entriamo dentro con una breve fila, il che ci permette di ammirare la grandiosità anche interna della cattedrale e i famosi rosoni (l’ingresso è gratuito, mentre per salire sulla Torre ci vogliono 9 €).
Prossima tappa: giardini di Luxemburgo! Un bello spazio verde tenuto alla perfezione nel cuore di Parigi, con laghetto centrale su cui si affaccia il Palais de Luxemburg costruito da Enrico IV per la moglie Maria De’ Medici nello stile di Palazzo Pitti a Firenze, che oggi è sede del senato francese.
Jardin de Luxemburg
Caratteristiche le sedie color verde salvia sparse per tutto il giardino, che si possono spostare a piacimento (ma sono pesanti!) e sono ottime per una siesta all’ombra (soprattutto quelle basse tipo sdraio!).
La sera per cena decidiamo di andare a Montmartre senza passare nemmeno dall’hotel, e stavolta è la volta buona! Per salire al Sacre Coeur prendiamo la funicolare, da bravi faticoni, anche perché siamo in giro già da molte ore e siamo stanchini! La basilica è veramente suggestiva, la vista sulla città da quassù è imperdibile e passeggiare per le stradine del quartiere, per quanto turistiche, ci fa sentire nel cuore pulsante di Parigi!

Sacre Coeur
Ci fermiamo nella deliziosa Place du Tertre, dove però i ritrattisti che mi ricordavo occupavano il centro della piazza hanno lasciato il posto ai dehors dei ristoranti…superata la piccola delusione prendiamo un tavolo in uno di questi per una cena con menù turistico: buona la soup d’onions! Al ritorno giratina per Pigalle per immortalare il famosissimo Moulin Rouge e poi a nanna! 
Moulin Rouge




Giorno 4: Parigi

La mattina, dopo colazione di buon ora nella solita buolangerie accanto all’hotel (pan au chocolat e caffe au lait 2,70 €), ci presentiamo puntuali alla Tour Eiffel e vista l’ora (9.15) la coda è più umana: un’ora e siamo agli ascensori che ci portano prima al secondo piano e poi in cima! Che vista mozzafiato sul tutta Parigi dalla piattaforma a 276 metri d’altezza!
Tour Eiffel dal 2° piano
Tra salire, fare un milione di foto e scendere si è fatta l’ora di pranzo e ci facciamo tentare da una delle patisserie più antiche e famose di Parigi: Ladurèe, sugli Champs Elysees! Qui non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i colorati macarones (tanto belli quanto cari!) e i più classici croassaint farciti con noci o cioccolato e pistacchio…tutto squisito! Percorriamo di nuovo a piedi i viali alberati nella speranza di smaltire almeno in parte le 2000 kalorie a testa appena ingurgitate, fino ad arrivare a Place de la Concorde.
Place de la Concorde
La piazza, dove adesso sorge un obelisco egizio donato alla Francia proveniente dal tempio di Luxor, fu teatro di esecuzioni capitali ai tempi della rivoluzione francese e lo stesso Re Luigi XVI e Maria Antonietta vi furono ghigliottinati. Proseguendo per l’ombreggiato Jardin de Tuilieres, dove ci concediamo una pausa rigenerante dal caldo, arriviamo davanti al Louvre e fotografiamo la piramide di vetro che crea uno strano contrasto con lo stile classico ed imponente della struttura del museo (giorno chiusura martedì).
Louvre

Non entriamo al Louvre, avendolo già visto (almeno in parte) in viaggi precedenti, anche perché per visitare un museo così vasto occorre almeno una giornata intera e non abbiamo purtroppo tutto questo tempo! Ci dirigiamo invece al Musée d’Orsay, tempio dell’impressionismo francese (Monet, Manet, Cezanne) e non (Van Gogh), ricavato all’interno della ex stazione ferroviaria Gare d’Orsay e molto interessante sia come ambiente che come collezione. Non a caso arriviamo alle 16.30, per usufruire della riduzione sul biglietto a 6,50 € (la galleria chiude alle 18)! 
Gare de Orsay
Dopo una sosta in hotel usciamo per cena direzione Quartiere Latino, che deve il suo nome al fatto che studenti e professori che qui vivevano fin dai tempi della rivoluzione francese (il quartiere è sede delle principali istituzioni universitarie, tra cui la celebre Sorbonne) erano soliti parlare la lingua latina. Passiamo davanti al Panthéon e poi ci dirigiamo nell’animata Rue du Pot de Fer, dove tra i numerosi localini scegliamo quello consigliata dalla Lonely, le Pot de Terre, e ne usciamo soddisfatti per il menù buono e abbondante (12 €  testa + sangria)!

Paris by night
 Ma non possiamo lasciare Parigi senza vedere la Tour Eiffel illuminata di sera…quindi torniamo al Trocadero per goderci lo spettacolo in prima fila di questa meraviglia vestita a festa, con tanto di luna piena sullo sfondo! Le foto notturne purtroppo non le rendono giustizia, ma è davvero romantico!




Giorno 5: Parigi - Versailles - Rouen (130 km)

L’ultima giornata parigina è dedicata alla reggia di Versailles, segno indelebile dell’opulenza dei regnanti francesi. Per raggiungere il palazzo è possibile prendere il treno da Parigi o, come noi, andare in macchina proseguendo sulla peripherique in direzione sud-ovest (Versailles dista ca 25 km da Parigi).
Cancello di Versailles
La coda per entrare è sempre lunga ma fattibile; a poco serve fare i biglietti su internet perché la coda per la biglietteria (parco e reggia 15 €, con la proprietà di Maria Antonietta 18 €; chiuso lunedì) è minima rispetto a quella che si fa comunque per accedere alla reggia. Una volta entrati nel cortile d’onore è impossibile non restare abbagliati dalla cancellata dorata che ci si trova davanti. E questo è solo l’inizio, perché le numerose sale dello Chateaux (700 in tutto, non tutte visitabili per fortuna!) completato nel 1682 per volere di Re Sole sono una più sfarzosa dell’altra!
Sala degli Specchi
Su tutte la galleria degli specchi, adibita a sala per balli e ricevimenti, con 17 specchiere gigantesche e altrettante finestre affacciate sul giardino e lampadari scintillanti appesi al muro.



Giardino di Versailles
  Il giardino è degno della reggia, con spazi immensi impossibili da percorrere a piedi (sono noleggiate addirittura macchine elettriche!), ma vale la pena arrivare alla fontana di Nettuno e al bacino di Apollo, soprattutto se sono accese; nel vicino gran canal si può andare anche con la barchetta fino alla proprietà di Maria Antonietta. 
Lasciamo Versailles verso le 15.30 per spostarci in Normandia. Arrivati a Rouen andiamo dritti in hotel, vicino alla stazione, ma capiamo di non essere stati fortunati come le sere precedenti (hotel Andersen, 54 € non spesi bene!)! Il ragazzo alla reception è però molto gentile e ci suggerisce di assistere allo spettacolo visivo che si tiene sulla facciata della cattedrale ogni sera d’estate alle 11. 
Place du Vieux Marchè


La prima cosa che andiamo a vedere è in effetti l’imponente Cattedrale gotica di Notre Dame, simbolo della città. Se guardando la sua facciata sembra di avere un deja-vù è perché la Cattedrale con la sua “torre di burro” (in quanto tutta bianca) è stata immortalata più volte nei quadri di Monet, esposti anche alla Gare d’ Orsay che abbiamo visto appena 2 giorni fa!
Da qui parte Rue du Gros Horloge (con la torre dell’orologio), che arriva fino ad un’altra piazza tristemente famosa: Place du Vieux Marche, dove venne giustiziata Giovanna d‘Arco nel 1431. Ora nella piazza sorge una chiesa dall’architettura futuristica (a lisca di pesce) che porta il suo nome, contornata da tanti localini. 
La Cattedrale di Rouen

Le strade del centro sono molto vive, con gente ovunque e per cena seguiamo il consiglio della guida per un bistrot leggermente decentrato: l’Espiguette. La piazza su cui si affacciano i tavolini è in effetti molto intima e tranquilla…peccato per il menù con pochissima scelta ed a prezzi non propriamente economici! Ceniamo con un piatto unico a testa a base di carne, per una spesa di ca. 30 €, con camerieri scontrosi che non parlavano una parola di inglese che nel corso della serata hanno magicamente aumentato il prezzo della tartara sulla lavagnetta che fungeva da menù: non consigliabile!
Ci consoliamo dopo cena con una birra e arrivando puntuali allo spettacolo delle 11, che è davvero molto suggestivo (ne avevamo visto uno simile l’anno scorso a Toledo)!

Giorno 6: Rouen – Eretrat – Spiagge D-Day - Pontorson (360 km) 

La notte ha piovuto a dirotto e questo non ci fa sperare molto bene per la tappa di oggi, tutta on the road, ma per fortuna il tempo si rivela più clemente del previsto.
Raggiungiamo la Cote d’Albatre all’altezza di Fecamp, cittadina portuale da dove si può ammirare un panorama mozzafiato sulla costa con le sue scogliere e spiagge immense bagnate dalla marea (e da un bel po’ di alghe a dire il vero!) salendo su Cap Fagnet a nord del porto. Proseguiamo poi lungo la costa fino ad Eretrat, famosa per le sue scogliere gemelle ai lati della spiaggia: le falesie, anche queste ritratte da Monet nei suoi quadri.
Eretrat
Ci fermiamo in paese per pranzo (un baguettone in 2) e stiamo un po’ tranquilli sul lungomare, per poi proseguire verso ovest. Sulla strada verso le spiagge degli sbarchi, dopo aver attraversato la Senna sul famoso Pont de Normandie (5,30€) con la sua caratteristica forma a V, arriviamo ad Honfleur e proseguiamo per la vicina Trouville. Qui la Lonely ci segnala un mercato del pesce ottimo per le ostriche, e il mio compagno di viaggio non riesce proprio a resistere alla tentazione! In effetti la “sosta ostriche” (12 a 7€ + 3€ per averle aperte e ben presentate su un piatto con ghiaccio e limone!) pare valere la piccola deviazione (avremo modo di pentircene più avanti..sigh!) e dopo un’oretta scarsa ci rimettiamo in viaggio. 
Mercato del pesce a Trouville
 
Solo verso le 5 arriviamo nella zona dove nel giugno del 1944 gli alleati sbarcarono per sferrare l’attacco definitivo ai tedeschi. Ci fermiamo lungo la strada vicino Arromanches (sulla collina ad est) per vedere i resti di Port Winston, un porto artificiale che era stato costruito al largo della costa per permettere lo sbarco di uomini e mezzi. Nel centro della cittadina invece è presente un museo dello sbarco, ma non entriamo in quanto capiamo che si tratta per lo più di ricostruzioni e modellini.
Arromanches
La prossima tappa è il cimitero americano, nell’entroterra di Omaha Beach, dove sono custodite le tombe di oltre 9.000 soldati statunitensi morti nel secondo conflitto mondiale. Arriviamo però alle 18 meno pochi minuti ed abbiamo una brutta sorpresa: il cimitero è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 18, così non ci fanno nemmeno entrare! La delusione è veramente tanta, perché non avremo altre occasioni per visitare un luogo così commovente e significativo della storia recente…incolpo le ostriche per la perdita di tempo e calcolo tutti i minuti persi che invece ci avrebbero fatto arrivare in tempo…certo volendo in parte la colpa è anche mia che non ho letto bene l’orario di apertura sulla guida…ma è sicuramente più colpa delle ostriche e di chi le ha volute mangiare!! Metto il muso per i minuti successivi, dicendo che siamo stati proprio fessi (per non dire altro...) a non calcolare bene i tempi. Vistare il vicino Pointe du Hoc, dove i rangers alleati si arrampicarono lungo la scogliera alta 30 metri sotto il fuoco nemico, è una magra consolazione. Fa comunque impressione vedere i crateri delle bombe e gli alloggiamenti in cemento dei cannoni.
A questo punto dobbiamo rimetterci in marcia per arrivare all’hotel che abbiamo fissato vicino Mont Saint Michel, 9 km a sud in località Pontorson. La strada è lunga ed arriviamo giusto in tempo per cena al Tour Brette, albergo a conduzione familiare carino ed economico (45 €). Ceniamo direttamente in hotel con un ottimo menù del giorno di 3 portate a 14 € che ci permette di assaggiare anche i buonissimi formaggi locali, su tutti il famoso camembert!
Mont Saint Michel al tramonto
Sono le 10 passate e c’è ancora luce…non possiamo resistere ad andare ad ammirare M.S.Michel di sera! Tra l’altro il calendario delle maree ci dice che stasera ci sarà una marea molto alta, quindi di nuovo in macchina! Per fortuna la sera è possibile accedere direttamente in macchina senza pagare al parcheggio di La Caserne (ottima soluzione anche per alloggiare in hotel; ci sono tutti gli alberghi delle catene e il prezzo un po’ più alto viene ricompensato dal risparmio sul parcheggio, dalla visuale e dalla comodità di accesso a M.S.M.). Ammirare questo spettacolo con il tramonto che tinge il cielo di rosa non ha prezzo e dopo le foto da lontano decidiamo di percorrere a piedi la strada che porta all’isola per goderne la visuale anche da più vicino. Per il ritorno, ormai a buio, prendiamo invece la navetta gratuita che ci riporta al parcheggio. La marea che vogliamo vedere a pieno sarà domani alle 11!

Giorno 7: Mont Saint Michel - Saint Malo - Dinan

Programmare la visita a S.Michel quando è prevista l’alta marea con coefficiente vicino a 100 (meglio se anche di più!) è fondamentale per apprezzare al meglio questo fenomeno naturale che si ripete durate tutto l’anno ed è comandato dall'attrazione gravitazionale che la luna esercita sulla terra. La mattina presto andiamo a lasciare la macchina nel grande parcheggio vicino La Caserne, che però di giorno è a pagamento, tra l’altro con con una tariffazione molto singolare: fino alle 11.30 costa 4 €, scattato quell’orario si paga l’intera giornata per 12 €!? Alle 9 siamo già sul bus che ci porta al monte, intenzionati a gustarci a pieno il crescere della marea dall’Abbazia che sovrasta M.S.Michel, il cui massimo è previsto per le 11 (è disponibile su internet o negli uffici turistici della zona un opuscolo di orari e livelli della marea per tutto l’anno, ed è consigliato vederla da un paio d’ore prima).
Mont Saint Michel


L’ingresso all’Abbazia costa 9 € ma li vale tutti: le sale interne di questo complesso costruito a più riprese (da qui i diversi stili architettonici) sono tutte imponenti e suggestive, il chiostro situato sul lato nord è semplicemente delizioso e la terrazza è sicuramente il posto migliore dove ammirare il movimento inesorabile del mare che, minuto dopo minuto, circonda il Monte fino a farlo diventare un’isola (o quasi!). Ad oggi M.S.M. è collegato alla terra ferma da una stradina sopraelevata che non viene mai coperta dal mare, ma è in costruzione un ponte che la sostituirà (dovrebbe essere finito nel 2014), con lo scopo di restituire a questo luogo la sua natura di isola quando sale la marea.
Il chiostro nell'Abbazia
Le foto si sprecano, cercando di riprendere lo stesso punto in momenti diversi per rappresentare al meglio la corsa dell’acqua, ma niente può rendere davvero l’idea..và visto in tempo reale!
Il tempo si sta facendo sempre più buio e noi arriviamo “casualmente” (cioè dopo una fuga con tanto di scatto finale di corsa per salire sul bus in partenza!) alla macchina prima delle 11.30, giusto in tempo per risparmiare sul parcheggio ed evitare il diluvio universale che si scatena alle 11.31!
Per una volta siamo stranamente in anticipo sulla tabella di marcia e con calma ci dirigiamo verso Saint Malò, sconfinando in Bretagna. Intra Muros, la città vecchia di S.Malò circondata da mura e bastioni, è molto affascinante per quanto sia stata ricostruita quasi interamente dopo la battaglia tra tedeschi ed alleati nel 1944 e adesso sia diventata un luogo super turistico. Camminare tra le stradine o sulle mura è piacevole, nonostante il meteo sia ancora incerto, e scopriamo con piacere che è proprio vero che in  Bretagna sono specializzati in crepes! Ad ogni angolo ne vendono di ogni tipo e diventiamo presto esperti: le “gallettes” bretoni sono fatte con grano saraceno, sono più scure delle crepes classiche e di solito si abbinano al salato, mentre per “crepes” si intendono quelle dolci fatte con farina chiara. Assaggiamo una gallette nel posto suggerito dalla Lonely (creperie Margaux) ma non ci convince del tutto, anche a causa della cameriera che fa un gran pasticcio con la nostra semplicissima ordinazione (siamo in 2, ne chiediamo una prosciutto e formaggio e una con le cipolle…risultato: ce ne porta una sola con sopra tutto insieme!?). Ci rifacciamo poi con 2 belle crepes con cioccolato in un baracchino anonimo ma sicuramente più sveglio!
Saint Malo
Arriviamo fino alla punta del molo per avere una visuale completa sulla cittadina e sulle spiagge che la circondano; tra l’altro hanno costruito in mare una specie di piscina naturale protetta dove in molti fanno il bagno…mentre noi stiamo con la felpa!
Torniamo alla macchina verso le 3 (parcheggio gratuito a poche centinaia di metri dal centro andando a dritto da Porte St.Vincet) e capiamo che il meteo francese ci vuole proprio bene: ricomincia a piovere a dirotto! A questo punto non resta che andare a Dinan, dove abbiamo fissato una stanza in centro al Vieux S.Savour (45 €), che fa anche da pub. Usciamo dalla stanza verso le 6 che ha smesso di piovere e facciamo un giro per le viuzze di questo paesino molto caratteristico, passando per rue de l’horloge (in Francia deve essere proprio tipica la via dell’orologio!) e le altre stradine acciottolate.
Dinan

Per cena però ci prende un po’ di sconforto, perché sembra che da queste parti ci siano solo creperie (la Lonely ne consiglia una che fa abbinamenti immangiabili come il burro di lumaca…no grazie!), poi scoviamo per caso un locale nascosto in una via laterale, “Au Bistrot D'En Bas”. Arriviamo giusto in tempo perché il posto è piccolo e tutti quelli che entrano dopo di noi vengono rimbalzati o messi nei tavoli fuori al freddo…brrrr! Prendiamo 2 menù turistici (9-13 €) con l’immancabile salade de chevre chaud e un piattone di gamberi + dolce e caffè e ci alziamo soddisfatti per andare a finire la serata con una birra bretone (insomma!) nel pub sotto l’hotel giocando ad una specie di scarabeo!

Giorno 8: Dinan – Paimpol – Costa Granito Rosa – Carnac

Oggi è in programma la costa Bretone nord occidentale, ma la Bretagna sembra proprio stregata…lungo il tragitto ricomincia a piovere! Ma quando smette esce fuori un arcobaleno perfetto che ci fa ricredere (con tanto di servizio fotografico!). Passiamo da Paimpol, cittadina portuale piuttosto anonima, e seguiamo la strada costiera fino a Perros- Guirec, spingendoci qualche kilometro più avanti fino a Ploumanac’h per ammirare le scogliere di granito rosa levigate dal vento e dal mare sovrastate dal faro.
Ploumanac'h

Da qui parte il “sentiero dei doganieri”, una stradina percorribile solo a piedi o in bici che corre lungo la costa e riporta al paese regalando paesaggi imperdibili. Per noi invece questa deve essere la giornata delle foto inutili: servizio completo anche ai gabbiani che ci importunano per avere le briciole dei nostri panini, mah?! L’immancabile pioggerellina ci fa capire che è l’ora di tornare alla macchina per iniziare la discesa verso sud, destinazione Carnac.
La costa del Morbihan è famosa per i ritrovamenti di importanti siti di megaliti risalenti al 5000/3500 a.C. e proprio vicino Carnac ci sono vari allineamenti di menhir (alignement du Menac e quello di Kemario) e un dolmen lungo 30 metri (Table des Marchands). Le grosse pietre sono nella maggior parte dei casi recintate e si possono osservare solo da lontano, mentre per accedere al dolmen e al vicino Grand Menhir (alto 20 metri, ma oggi crollato e disteso su un fianco) vogliono ben 5 €…oppure si può continuare qualche metro a destra dell’ingresso e vedere tranquillamente entrambi da dietro la siepe! Sinceramente non mi hanno impressionato questi macigni in fila indiana, forse perché non ne ho apprezzato bene il significato e il “mistero” che sta dietro al loro allineamento perfetto. 
Alignement du Menac

La sera raggiungiamo l’albergo fissato in un paesino poco distante che però sembra semi deserto (Baden, hotel Le Toul'Broch), dove ci hanno estorto 45 € per la stanza, ma dopo la prima impressione negativa dentro non è nemmeno malaccio! Per cena arriviamo a Larmor Baden, sul mare e vista la poca scelta optiamo per il locale che tra i 2 ci sembra migliore: ancora gallettes e crepes accompagnate da insalata con formaggio e ostriche!

Giorno 9: Carnac – Castelli Loira – Tours (490 km)

Chateau de Villandry
Giornata impegnativa perché siamo ancora molto distanti dalla zona della Loira dove oggi vogliamo visitare almeno 2 degli infiniti castelli. Come se non bastasse non prendiamo nemmeno l’autostrada, il che ci fa arrivare a Villandry (pochi km a ovest di Tours) che è già ora di pranzo. Per fortuna ci siamo attrezzati con una grande baguette e una forma di camembert, così mangiamo accampati proprio nel giardino di questo castello prima di iniziarne la visita.
L'orto
Abbiamo deciso di fare il biglietto solo per il parco (6,50 €) e non per l’interno dello chateau perché è il giardino il vero gioiello di Villandry…e le aspettative vengono pienamente rispettate: davanti agli occhi si apre uno spettacolo colorato di fiori, aiuole geometriche, fontane e molto altro! Nell’orto rinascimentale anche gli ortaggi più classici sono disposti per colore in modo perfetto, la lavanda in fiore circonda le fontane nel giardino d‘acqua e il giardino ornamentale lascia semplicemente di stucco con i famosi “giardini dell’amore”.
Giardino dell'Amore
Qui sono rappresentate le 4 fasi dell’amore: l’amore instabile, passionale, tragico e tenero, tutti con cuori interi o spezzati disposti in modo geometrico.
Il prossimo castello da vedere è Chambord, il più imponente e sfarzoso di tutti…peccato sia anche il più lontano (bisogna arrivare fin dopo Blois)! Sulla strada intravediamo anche lo chateau di Amboise, dove Leonardo da Vinci trascorse i suoi ultimi anni ed è stato sepolto.
Chambord

 Chambord ci accoglie in tutta la sua maestosità e una volta entrati ci soffermiamo sulla famosa doppia scalinata a vite, che si dice sia stata progettata dallo stesso Leonardo alla corte del Re Francesco I, che iniziò la costruzione di questo castello come tenuta di caccia nel 1500. La caratteristica delle scale è che si incrociano senza incontrarsi mai! Le stanze della residenza sono tutte molto sontuose, soprattutto quelle del primo piano dove ci sono gli alloggi dei sovrani, ma forse essere stati da poco a Versailles toglie un po’ di fascino alla visita (ingresso 11 €).
I tetti di Chambord
Il vero spettacolo si trova però al terzo piano, dove è possibile passeggiare sulla grande terrazza per ammirare i tetti ricoperti di torrette, camini e decorazioni varie. Quando è il momento di lasciare il castello inizia a piovere (e noi che pensavamo di aver lasciato acqua e meteo variabile in Normandia e Bretagna!), ma per fortuna dura poco e veniamo ripagati da un’immagine unica: Chambord incorniciato dall’arcobaleno!
Rientriamo a Tours allungando di qualche kilometro (visto che erano pochi!) per passare davanti ad altri 2 castelli (Cheverny e Chenonceau) che però non sono purtroppo visibili dalla strada senza entrare dentro e pagare il biglietto.
L’hotel des Arts che abbiamo prenotato (54 €) è proprio in centro e non sarebbe nemmeno male nonostante la camera piccola e la proprietaria quasi scocciata di averci lì…peccato per l’aria irrespirabile che ci costringe a dormire con la finestra aperta nonostante il terrazzino sia condiviso con la stanza accanto! Per cena andiamo nel cuore di Tours, nella zona di Place Plumereau e finiamo in un ristorante super turistico nella vicina Rue de grand marchè, dove mi tocca assistere anche alla cena a base di escargot (tra l’altro neanche di buona qualità pare!).

Chateau d'Ussè
Giorno 10: Tours - La Rochelle - S.Emilien - Bordeaux (420 km)

Oggi iniziamo la vera e propria discesa verso sud, ma prima vogliamo vedere un ultimo castello: quello d’Ussè, a cui si è ispirato Walt Disney per il proprio logo e in effetti la somiglianza c’è! Per l’ora di pranzo arriviamo a La Rochelle, località di mare rinomata tra i francesi e famosa per la sua scuola di vela, con vie piene di gente e di negozi alla moda, e un gran via vai anche sul porto. Sinceramente però sia il mare che l’atmosfera troppo turistica non ci convincono e dopo aver fatto un giretto, con tanto di spuntino a base di frutta comprata al mercato vicino alla spiaggia cittadina, ci rimettiamo in marcia.
La Rochelle


Prima di Bordeaux deviamo in direzione S.Emilien, paesino medievale rinomato per le sue cantine, sperando di essere in tempo nonostante siano già le 18. L’ufficio del turismo ci dice però che le cantine possono essere visitate solo previa prenotazione anticipata, alcune organizzano anche visite guidate gratuite con degustazione…un vero peccato non averci pensato prima! Passeggiamo per il paese apprezzando comunque i belli scorci sui vigneti, poi puntiamo su Bordeaux. 
S.Emilien
Trovare l’hotel è più complicato del previsto perché la moderna tramvia cittadina rende impossibile la viabilità in macchina! Nonostante questo Bordeaux ci piace molto (se girata a piedi!) perché ha il fascino di una città storica arricchito dalla modernità di alcuni particolari, come la fontana a pelo d’acqua creata sul lungofiume, dove francesi e turisti si rinfrescano nelle calde giornate estive (noi abbiamo trovato 37 gradi!). Ci sono anche diverse sculture molto particolari sparse nelle belle piazze della città, come in Place de la Bourse o Place de la Commedie dove c’è anche il teatro dell’Opera.
Place de la Bourse
Proprio in questa piazza la nostra attenzione viene attirata da una lunga coda davanti ad un ristorante. Il mio compagno di viaggio non resiste e va a chiedere di cosa si tratti! La risposta è semplice ma sorprendente: questo locale si chiama “L’Entrecote” e da anni propone un unico piatto che però è buono come da nessun altra parte e gli abitanti di Bordeaux lo adorano…il piatto è ovviamente l’entrecote! Ci uniamo quindi alla coda, che scorre bene, anche perché di sicuro la gente non ha problemi di scelta dal menù (l’unica domanda che la cameriera ci fa infatti è il grado di cottura che vogliamo!)! Entrecote ottima con abbondanti patatine e un sughino dalla ricetta segreta su cui forse è meglio non indagare! Con la pancia piena rientriamo nel nostro hotel poco distante dal centro (in macchina), appart’city 49 € per un monolocale più che dignitoso!

Giorno 11: Bordeaux - Dune du Pilat - Carcassonne (460 km)
Bordeaux

La mattina presto andiamo a vedere la cattedrale, Place de la Borse di giorno e facciamo colazione con dei tipici dolcini della Garonne: i caneles, simili a dei piccoli babà ma con la cannella e molto più consistenti, sapore particolare ma non male, peccato li vendano a peso d’oro!
Partiamo quindi per andare a vedere la duna di sabbia più alta d’Europa, la Dune du Pilat vicino ad Arcachen sulla costa atlantica. Purtroppo stavolta la scelta di non fare l’autostrada la scontiamo tutta, con una processione di macchine che vanno verso le località di mare e ci sembra di non arrivare mai! In effetti entriamo nel parcheggio a pagamento vicino alla duna a mezzogiorno passato e subito seguiamo il fiume di gente per arrivare alla base di questa montagna di sabbia 114 metri ca. sul livello del mare.
Dune du Pilat

La cosa pazzesca è che cresce di oltre 4 metri l’anno e nel tempo ha già inghiottito un incrocio, diversi alberi ed anche un hotel! Saliamo lungo le scale, piuttosto pericolanti, che hanno allestito su un versante e arriviamo in cima, dove tira un gran vento che pizzica le gambe con la sabbia, ma la visuale sulla costa di fronte ripaga dello sforzo, con tante piccole isole di sabbia dorata in mezzo al mare turchese.
Scendiamo con una corsa mozzafiato lungo la duna…e le scarpe tanto piene di sabbia da non starci più dentro!
Ci concediamo una sosta nella vicina Petit Plage, dove la gente è molta e l’acqua non certo bella (tra l’altro i cartelli avvertono di stare vicino alla costa per via delle forti e pericolose correnti), ma almeno facciamo una siesta di relax in spiaggia. Ripartiamo verso le 3, con ancora tutti i kilometri della giornata da percorrere…dei veri incoscienti! Infatti la strada è lunga e prima delle 9.30, con tanto di giri a vuoto, non siamo all’hotel Balladins di Carcassonne. In realtà l’albergo dista 6 km dal centro e a quest’ora nella zona semi industriale è tutto chiuso, quindi rimontiamo in macchina per andare alla Citè, il cuore di Carcassonne.
Carcassonne
Quello che ci troviamo di fronte è un paesino che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe, con doppia cinta di mura, castello, torrette e ponte levatoio! In realtà gran parte di quello che si vede oggi è stato ricostruito in epoca recente (come i tetti delle torri a forma di cappello di strega in ardesia nera) e dentro le mura ormai regnano solo negozi per turisti e ristoranti di ogni tipo (dal Kebab alla pizza napoletana!). Noi ormai siamo talmente stanchi e stressati dal viaggio infinito che ci accontentiamo di una crepe con la nutella e una granita al limone formato XL, poi di corsa a nanna!

Giorno 12: Carcassonne – Avignone (240 km)

Torniamo a la Citè per apprezzarla anche con la luce del giorno e poi partiamo per arrivare sul presto ad Avignone e non ripetere l’errore del giorno prima! 
Palazzo papale

Alla fine arriviamo davvero presto, anche perché una delle tappe previste sulla strada per Avignone salta…per accedere al Pont Du Gard, il famoso ponte romano a doppi archi, vogliono ben 18 € e non abbiamo alcuna intenzione di darglieli! L’hotel che ci aspetta per fortuna è molto carino, un’oasi di verde e tranquillità a 6 km da Avignone (hotel Le Petit Manior, 53 €). Optiamo quindi per qualche ora di ozio in piscina, interrotta solo da bambini urlanti che non hanno la nostra stessa idea di “relax”!
Verso le 6 ci avviamo ad Avignone, già visitata in viaggi precedenti ma sempre molto suggestiva e piacevole. Giriamo per il centro che è davvero molto ben tenuto, arriviamo alla piazza sovrastata dal grandioso palazzo papale, saliamo nel giardino per avere una visuale della città e del fiume dall’alto e poi scendiamo fino al  ponte di Avignone, che oggi resta in piedi solo per metà ma che è uno dei simboli della cittadina. Ci rimane attaccata una cicala gigante in porcellana che ne riproduce il verso se ci si avvicina, molto provenzale!
Per cena andiamo in un quartiere davvero caratteristico, in Rue de Teinturiers, attraversando una zona che sembra un po’ degradata per tutti i volantini appesi alle finestre, ai lampioni, ovunque per il festival di Avignone Off che si è tenuto a fine luglio! Invece la stradina che mi ricordavo è sempre deliziosa, lungo un piccolo corso d’acqua con un vecchio mulino e tanti localini con tavoli all’aperto. Il ristorante arabo dove andai anni fa però ha chiuso, e al suo posto troviamo un altro bistrot carino (Offset Caffè) dove mangiamo carne (hamburger e tartara) e abbondanti patatine per 15 € a testa. La sera ripassiamo davanti al palazzo papale, poi rimontiamo in macchina e ci spostiamo sulla riva opposta del fiume per ammirare Avignone illuminata, aspettando con pazienza che si liberi una panchina sul lungo fiume! 
Abbazia di Senanque


Giorno 13: Avignone – Provenza – Cannes (230 km)

Oggi arriveremo in Costa azzurra, ma prima ho un conto in sospeso da saldare…con la lavanda! Quando venni in Provenza qualche anno fa a metà agosto trovai lande desolate di lavanda secca e tagliata, con buona pace delle foto che già mi ero immaginata di fare! La prima tappa è quindi l’Abbazia di Senanque, a ca. 20 km da Avignone, vicino ad Apt. Dopo aver percorso stradine tortuose arriviamo alla meta e questa volta è il periodo giusto: una distesa viola di lavanda ci accoglie fin davanti l’Abbazia, con un risultato davvero scenografico!
Lavanda
Soddisfatti, ripartiamo per arrivare ad Aix En Provence all’ora di pranzo e giriamo per questa cittadina molto raffinata con viali alberati, fontane eleganti e infiniti ristorantini. Arriviamo fino alla cattedrale e poi ritorniamo in Course Mirabeau per riprendere il cammino che stasera ci porterà a Cannes.   
Aix En Provence

Verso le 5.30 siamo a St. Raphaele e percorriamo la bellissima strada costiera alle pendici del massiccio dell'Esterel, che ci regale scorci imperdibili sulle calanques. Ci fermiamo in un punto panoramico dopo Agay, dove vediamo altre macchine, e decidiamo di scendere nella piccola baia sotto per fare un bagno. La discesa è agevolata da comode scale e in 5 minuti siamo sulla spiaggia di ciottoli pronti per un tuffo in quest’acqua color smeraldo che contrasta con il rosso della scogliera.
Calanques a S.Raphael
Seguiamo tutta la costa fino a Mandelieu-La Napuele, dove abbiamo fissato un appartamentino in un residence (che troviamo solo grazie all’ufficio del turismo che ci dà una cartina del posto!), Appartcity Cannes-Mandelieu 59 € a notte per un bel monolocale ampio e ben attrezzato. Vista la presenza della cucina decidiamo di cenare in casa per queste ultime 2 sere, con un bel piatto di spaghetti al pomodoro e formaggi francesi…buono ed economico!
La sera tiriamo fuori il vestitino buono che ci siamo portati dietro per 2 settimane per sfoggiarlo sulla Croisettes a Cannes! L’atmosfera è come te la immagini: macchine di lusso, hotel di lusso, ragazze in abiti di lusso! Il tutto però perfettamente mescolato a turisti, come noi, che passeggiano sul lungo mare sbirciando vetrine di marche che probabilmente non potranno mai permettersi; ci sono tutte: Gucci, Armani, ecc. Vale la pena soffermarsi davanti ad una delle tante agenzie immobiliari (di lusso!) per guardare le foto di case da sogno in vendita…a prezzi da incubo! 
Peccato per la scalinata del Festival del cinema chiusa per lavori di ristrutturazione fino al 2014, una foto l’averi fatta volentieri!

Giorno 14: Cap d’Antibes

Oggi siamo d’accordo su una cosa: giornata di relax totale in spiaggia! Arriviamo in macchina fino ad Antibes e percorriamo poi in direzione opposta la strada costiera che porta a Cap d’Antibes, dove ammiriamo un bel panorama della Cote Azure. Troviamo una spiaggetta di piccoli ciottoli dove c’è anche un centro sub e in cui prendiamo posto con il nostro ombrellone. Fa uno strano effetto “condividere” la costa con uno yacht ancorato proprio lì davanti lungo almeno 200 metri!
La giornata trascorre tranquilla e la sera, dopo la solita cena casalinga, non abbiamo voglia di rituffarci nel caos di Cannes, quindi facciamo una passeggiata sul lungomare a Le Mandelieu, e finiamo a sorseggiare un drink in un locale sulla spiaggia, dove brindiamo al nostro intenso viaggio che dopo 14 giorni sta per arrivare a termine! 
Il Casinò


Giorno 15: Cannes – Montecarlo – casa

Si dice che in costa azzurra ci siano almeno 300 giorni di sole l’anno…stamattina però pare essere uno dei restanti 65! Visto che il tempo è un po’ nuvoloso decidiamo di avvantaggiarci raggiungendo subito Montecarlo e rimandando a dopo un’eventuale sosta in spiaggia. La scelta si rivela azzeccata perché nel frattempo spunta il sole, e anzi girare per le vie in salita del Principato con 30 gradi è piuttosto faticoso!
Montecarlo
Dopo aver parcheggiato vicino al porto facciamo un giro ammirando i mega yacht, tutti battenti rigorosamente bandiera di George Town (sarà mica un paradiso fiscale?!), e scegliamo il nostro preferito, uno yacht azzurro luccicante super accessoriato! Continuiamo a sognare dirigendoci al Casinò, dove sono parcheggiate Ferrari, Lambroghini, Porche e altre cosucce del genere! Decidiamo di concederci un bagno proprio a Montecarlo, nella spiaggia cittadina di Larvotto, dove restiamo fino alle 2. A questo punto dobbiamo fare i conti con la fine effettiva del nostro viaggio e con i 450 km ancora da percorrere per tornare a casa…pronti, attenti, via! In attesa del prossimo viaggio on the road di LaGiramondo!