sabato 15 aprile 2023

Giordania delle Meraviglie


Ci sono quei viaggi che sogni da sempre, ma per i quali, per un motivo o per un altro, sembra non arrivare mail il momento giusto…ecco, per me la Giordania era uno di questi! L’avevamo “sfiorata” a fine 2019, per poi preferire all’ultimo una rilassante vacanza sul mar Rosso, tanto nel 2020 ci sarebbe stato modo di andarci...poi il covid e lo stop forzato per tutti.

Così a gennaio scorso, in piena crisi da ferie estive lontane anni luce, abbiamo deciso di farci un regalone e abbiamo fissato il volo per Amman per fine marzo! Inutile dire a chi ama i viaggi come me quanto questo mi abbia dato nuova energia e uno scopo per i 2 mesi seguenti!

Questa volta si è aggiunta anche una coppia di amici, che hanno condiviso con noi questo viaggio super emozionante, di quelli che porti nel cuore, perché nessuna foto o documentario che hai visto può prepararti al momento in cui, alla fine del Siq, all’improvviso, intravedi il Tesoro di Petra davanti ai tuoi occhi! E solo dal vivo puoi apprezzare i colori del deserto che cambiano in continuazione in base alla luce…rosa, arancione, beige, oro, rosso…magia pura! 

Questo il nostro itinerario programmato, anche se mezza giornata di pioggia a Petra ci ha fatto rivedere i piani per goderci a pieno questa meraviglia, dovendo così rinunciare a visitare il sito romano di Jerash:

Giorno 1 – 100km 1,5 ore

Volo ore 6.30 da Bologna, arrivo ad Amman ore 12 circa (volo 3h40, orario +2 ore su Italia). Ritiro auto e partenza verso il Mar Morto per pomeriggio relax e bagno.

 

Giorno 2 – 250 km 4,5 ore

Costeggiamo il mar morto, Strada dei Re verso sud, passando per il castello di Kerak, eventuale sosta riserva di Dana, pomeriggio Piccola Petra e arrivo a Petra in serata.

 

Giorno 3 – PETRA

Vista a Petra da alba a tramonto!

  

Giorno 4 – Petra - Wadi Rum 120 km 2 ore

La mattina presto eventuale ulteriore escursione a Petra.

Partenza per Wadi Rum, pomeriggio escursione in jeep di 4 ore per vedere tramonto nel deserto (h 15-19).


Giorno 5 - Wadi Rum – Amman 350km 5 ore

Mattina escursione all’alba 1h in cammello.

Partenza per Amman, sosta a Madaba (4 ore dal Wadi Rum), nota come "la città mosaico", e Monte Nebo 

Giorno 6 Amman – Jerash – Amman 50km 1 ora (x2)

Mattina visita Jerash, poi rientro pomeriggio per visita Amman e perderci tra le stradine del suq. 


Giorno 7 Amman – Bologna

Mattina per visitare Amman e ultimo shopping. Volo ore 15.30

 

Facendo 2 conti alla fine il costo per 7 giorni/6 notti è stato di circa 800  euro a testa (tutto-tutto compreso), di cui:

150€ volo A/R Ryanair Bologna-Amman (con 1 bagaglio da cabina in 2 + 1 zainetto a testa)

280€ auto per tutto il periodo Avis (fissata con booking), Toyota corolla hybrid, con 2 guidatori (per noleggiarla per i turisti non serve la patente internazionale)

Hotel in media 3 stelle sui 50€ a camera doppia  a notte

Cene dai 10 ai 20 jod (cambio attuale 1 jod = 1,33€)

Jordan Pass explorer 75 jod (con 2 ingressi a Petra, scelta azzeccata, la differenza sono solo 5 jod), che comprende anche il visto di ingresso (che da solo costa 40 jod). Da fare prima di arrivare on line.

 

Arriviamo all’aeroporto di Amman, ca. 40 minuti a sud della capitale, intorno alle 12.30 e la coda per il controllo passaporti, nonostante il JP, non scorre molto veloce. Ritiriamo l’auto e finalmente partiamo in direzione Mar Morto, con sosta obbligata benzina perché qui tutte le compagnie prevedono politica carburante stesso livello e ti danno l’auto quasi a secco (costo uguale ovunque 0,945 jod per benzina 90).

Dopo un abbondante pranzo a buffet all’Holiday Inn Dead Sea (15 jod), dove alloggiano in nostri amici, percorriamo altri 25 km per raggiungere il nostro eco-chalet all’ingresso della riserva della biosfera del Wadi Mujib. Il Mujib chalet ha 6  o 7 chalet in tutto, affacciati su una spettacolare insenatura del mar morto, a sud appunto dei resort che sono tutti allineati nella parte inziale della costa. Lo abbiamo scelto proprio per questo e l’esperienza, semplice ma molto naturale e caratteristica, non ci ha certo deluso. Ancora più bello se il vicino parco, con il suo famoso canyon, fosse stato aperto, ma sapevamo che per ragioni metereologiche il periodo apertura è aprile/ottobre. Da dire che anche questa soluzione non è esattamente low cost rispetto alla media hotel giordani, notte + cena abbiamo speso 150€ in 2 (ma in resort sarebbe stato quasi il doppio).

Mar Morto
Il clima è perfetto, sui 22 gradi e la sensazione di galleggiare nell’acqua iper salata è veramente strana e divertente. Non ci facciamo scappare l’occasione di fare foto assurde mentre sfogliamo la settimana enigmistica dolcemente cullati dal sale che ci tiene a galla senza il minimo sforzo! Consigli utili: non immergetevi con la testa e non fatevi tentare dall’assaggiare l’acqua!

il Mar Morto è la depressione più profonda della terra con i suoi 430 metri sotto il livello del mare e le formazioni di cristalli di sale che si formano lungo la riva sono davvero spettacolari, come i colori del tramonto che si riflette in questo specchio d’acqua a metà tra mare e lago. Purtroppo il cambiamento climatico e l’eccessivo sfruttamento di questo bacino stanno accelerando il suo inesorabile abbassamento e a questo ritmo tra massimo 50 anni non ci sarà più acqua e il mare sarà morto per davvero.

Dopo cena crolliamo presto, sia per la pace assoluta che si respira in questo luogo che perché è dalle 2 del mattino che siamo in piedi e il giorno dopo ci aspettano diversi km da percorrere.

Mar morto -  costa sud
La mattina iniziamo il vero on the road: costeggiamo la parte sud del mar morto, con altri punti panoramici suggestivi, per poi raggiungere la famosa Strada dei Re, che collega Amman ad Aqaba, tra curve che si arrampicano per sentieri desertici. Il meteo non ci assiste, inizia a piovere, ma per fortuna smette al nostro arrivo al castello di Kerak, anche se dell’inespugnabile castello del XII secolo restano poco più delle mura, che fanno comunque intuire la maestosità di un tempo.

Dopo la visita, che non possiamo definire esattamente entusiasmante, cerchiamo senza successo qualche negozietto carino, per poi ripiegare su un più soddisfacente succo di melograno spremuto sul momento, molto gettonato da queste parti. 

Riserva di Dana
È ancora presto per il pranzo e decidiamo di proseguire, per poi fermarci in un paesino lungo la strada dove scorgiamo per caso un posto che sforna deliziose pite calde, consegnate attraverso una caratteristica finestrella a grate. Il posto è davvero gettonatissimo, con tanti locali in coda, ma la cosa strana è che ci sono solo uomini. In effetti durante il nostro viaggio abbiamo notato che in giro ci sono pochissime donne, e ancora meno quelle che lavorano in negozi, ristoranti e altre attività. In questa occasione siamo anche stati “criticati” perchè stavamo mangiando per strada, in quanto era in corso il mese di Ramadam. Durante questo periodo la religione musulmana impone di non mangiare né bere dall’alba al tramonto; il divieto non vale per turisti o praticanti di altre religioni, ma non si dovrebbe comunque mangiare in pubblico davanti a chi partica il digiuno.

Nel pomeriggio arriviamo nella riserva di Dana, un luogo a metà tra i paesaggi delle nostre Alpi e i parchi naturali dello Utah. La riserva è il paradiso degli escursionisti, con tanti percorsi per il trekking, ma per goderne a pieno sarebbe opportuno passare un paio di giorni nelle vicinanze e noi siamo solo di passaggio. Ci limitiamo quindi ad ammirare il panorama e il paesino storico di Dana, che sembra essere rimasto sospeso fuori dal tempo. Molte abitazioni sono semi diroccate, ma alcune ospitano strutture ricettive dove sarebbe bello passare almeno una notte.  

Piccola Petra
Ultima tappa della giornata: Piccola Petra. Arriviamo sul tardi, con un cielo che minaccia pioggia, e un gran via vai di addetti ai lavori che smontano e trasportano quello che poi scopriremo essere l’allestimento per un super party extra lusso che ha avuto luogo proprio qui il giorno precedente. Per la serie “cosa fai per il tuo compleanno?…pensavo di affittare Piccola Petra in Giordania per una festa!?!”.

Questo luogo merita di essere visto, ma decisamente prima di Petra, perché dopo non reggerebbe il confronto con la più spettacolare e famosa “sorella maggiore”. Vista a sé è comunque affascinante, con edifici ricavati nella pietra e un mini-siq per arrivarci. Volendo da qui parte anche uno dei percorsi che porta al Monastero di Petra, fattibile anche in jeep 4x4 con circa 1 ora di cammino a seguire, o con un’escursione a cavallo.

Piccola Petra

Facciamo appena in tempo a raggiungere il nostro Nomads Hotel, posto su una collina a Wadi Musa (la cittadina, non esattamente bella ma funzionale, che è sorta per accogliere i turisti che arrivano per visitare Petra), che inizia a piovere. Abbiamo scelto questo hotel per il buon rapporto qualità prezzo e la bella terrazza, dove già ci vedevamo rilassarci dopo una lunga giornata a scarpinare su e giù per Petra, ma purtroppo capiamo subito che non la sfrutteremo come avremmo voluto, dato che le previsioni danno brutto anche il giorno successivo.


Il Siq

E infatti la mattina seguente ci troviamo a dover riprogrammare il nostro itinerario, per avere la possibilità di visitare la meravigliosa città rosa con il tempo e il meteo che merita. In fondo i programmi sono fatti per non essere rispettati e la flessibilità in viaggio non deve mai mancare! Con un ottimo lavoro di squadra riusciamo a scambiare una delle 2 notti finali già fissate ad Amman con una notte in più nel deserto del Wadi Rum, cosa che ci permetterà di dedicare anche la giornata di domani (quando le previsioni mettono sole pieno) alla scoperta di Petra. La mattina passa sotto una pioggerellina uggiosa per le strade di Wadi Musa alla ricerca di qualche souvenir, la visita al museo di Petra (gratuito) e un pranzo nel lounge bar dell’hotel a base di pita.

Il Tesoro

Verso le 14 il cielo sembra aprirsi e decidiamo di non rimandare oltre il nostro incontro con il Tesoro, dato che il Jordan Pass explorer prevede 2 ingressi al sito di Petra. Il meteo ha scoraggiato diversi turisti e il percorso dal centro visitatori al Siq (percorribile anche a cavallo), non certo affollato, scorre con una crescente emozione. il canyon che conduce al Tesoro è esso stesso un luogo entusiasmante, tra giochi di luce e sprazzi di cielo azzurro a sovrastare le alte rocce rosse che lo costeggiano, anche perchè non è facile capire a che punto si è e se dietro la prossima curva del Siq apparirà finalmente una delle 7 meraviglie del mondo. All’improvviso eccolo, il Tesoro appare in tutta la sua magia, e lo stupore è intatto nonostante tu lo abbia visto in decine di documentari e foto, perchè niente può prepararti davvero a quel momento e le emozioni vanno vissute per capirle veramente!


Nemmeno la presenza di tanti turisti e beduini che ti offrono di tutto (foto con cammello, arrampicate improbabili a punti panoramici, passaggi in golf car o su poveri asinelli, palle di natale ammaccate...) può diminuire la magia di questo luogo. I colori cambiano ogni volta che lo guardi, in base alla luce e al momento della giornata, spaziando dal rosa all’arancione, dal rosso  all’oro.

Ma fermarsi al solo Tesoro, per quanto iconico e meraviglioso, sarebbe un errore, perchè Petra è anche molto altro: una scoperta continua tra colori, natura e storia, da conquistarsi (non senza fatica) metro dopo metro, scalino dopo scalino…in senso letterale, perchè il giorno seguente per arrivare al Monastero saranno ben 900!

Tomba della seta
Noi per oggi continuiamo la nostra visita salendo nella zona delle tombe reali, lungo la strada delle Facciate, dove è visibile anche il maestoso anfiteatro. Impossibile non restare senza fiato ammirando i vortici di colori che la pietra è in grado di creare dentro queste caverne scavate nella roccia, dove i Nabatei nei secoli hanno stabilito la propria  casa e costruito templi e tombe dalla bellezza eterna. Oggi alcune di queste sono ancora abitate, e altre adibite a stalle per caprette, cammelli, asini, che sono un pò ovunque in giro.
il capitolo animali purtroppo è l'unica nota dolente di Petra (e non solo): oltra a cavalli, cammelli, asinelli sfruttati per trasportare i turisti anche lungo la ripida salita al monastero e non tenuti esattamente bene, ci sono anche tantissimi cani randagi, cosa che strappa il cuore.

Tombe Reali

Tornando indietro la stanchezza si fa sentire e concludiamo la giornata concedendoci un ammam rilassante con scrub e massaggio defaticante (decisamente energico, forse anche troppo!) presso il Petra Turkish Bath per 25 jod. Per la cena invece un posto caratteristico è il Cave bar, proprio accanto al centro visitatori, la cui peculiarità è di essere ricavato all’interno di una vera e propria tomba nabatea.


La mattina seguente la sveglia è alle 6.15, per arrivare al sito prima dei gruppi organizzati e crociere, cosa che ci permette nuovamente di apprezzare il Siq e il Tesoro senza folla. Ma il nostro obiettivo oggi è il Monastero, raggiungibile in circa 2 ore dal cento visitatori. Dopo aver ammirato nuovamente il Tesoro (impossibile non fermarsi!) e costeggiato la strada delle facciate e quella delle colonne, proseguiamo quindi  per la strada che si arrampica sulla montagna, che da sola vale la fatica grazie ai panorami spettacolari che si ammirano ad ogni angolo.


Il Monastero
Il Monastero, di poco più alto del Tesoro (47 metri, contro 40), ci accoglie in tutta la sua grandiosità, e gli innumerevoli scaloni scavati nella roccia fatti (non senza difficoltà) per arrivare fino a qui ci danno un senso di “conquista” decisamente appagante. Ci premiamo con un rigenerante succo di melograno vista meraviglia, per poi fare foto da ogni angolazione. La discesa, almeno per me, è stata peggio della salita, tra ginocchi messi a dura prova e qualche punto sdrucciolevole, ma verso le 12,30 siamo nuovamente alla strada delle facciate per un fugace pranzo.


Scorcio del Monastero
Lasciamo Petra verso le 15, con un ricordo meraviglioso nel cuore e i suoi colori per sempre impressi negli occhi.

Ma ci attende una nuova meta: destinazione Wadi Rum, a circa 2 ore di auto, dove grazie ad una serie di fortunate coincidenze abbiamo in programma un’esperienza davvero speciale, dormire un una bubble nel deserto!


Il nostro nuovo amico Mohamed ci aspetta al cento visitatori, per scortarci con la jeep in un punto davvero suggestivo ai confini del Wadi Rum dove passeremo la notte. La struttura (Moon Night camp)  gestisce sia un accampamento di tende più “basico” ma molto carino, che un nuovissimo accampamento luxury di sole 5 bubble a 10 minuti di macchina (rigorosamente su strade di sabbia), e noi faremo entrambe le esperienze nelle 2 notti di permanenza.

Bubbles nel deserto
Ci godiamo un tramonto spettacolare, la cena a base di pollo e riso cucinati sotto la sabbia con a seguire un po’ di relax davanti al caminetto con dell’ottimo tè e danze, prima di ammirare le stelle dalla vetrata della nostra bolla…che spettacolo!

La mattina l’idea sarebbe di alzarci con calma, visto che ci aspetta una cammellata nel deserto verso le 9, ma il desiderio di vedere anche la prima alba nel deserto ci fa svegliare prima delle 6..per poi tornare un po’ a dormire eh!


Wadi Rum

L’esperienza del cammello, per quanto il paesaggio desertico sia suggestivo, non si rivela niente di speciale, con i poveri animali legati tra loro per stare vicini e la comunicazione con il cammelliere alquanto difficile (dato che non parla mezza parola di nessuna lingua delle 4  da noi conosciute). 

Mohamed ci accompagna poi al nostro nuovo campo, dove ci godiamo un po’ di relax fino all’escursione in jeep di 4 ore con partenza alle 15.
Noi abbiamo fatto le escursioni direttamente con il campo dove alloggiavamo, scelta comoda considerando che abbiamo visto i giri sono sempre gli stessi, con numerose jeep  che si fermano nei soliti posti.
Alcune soste sono davvero interessanti, come la sorgente di Lawrence e l'arco naturale, su cui i più avventurosi che non soffrono di vertigini possono arrampicarsi (per me grazie, ma no grazie!); altri abbastanza tralasciabili (roccia a fungo, casa di Lawrence). 


Arco Naturale
L’esperienza in jeep, nonostante il vento che si prende (per non parlare del rischio insolazione che immagino d'estate) è assolutamente da fare per i panorami che si ammirano lungo il percorso, dove il deserto rosso incontra la sabbia dorata.
Ci godiamo un altro tramonto mozzafiato da rocce panoramiche, per poi correre al campo a cenare perchè dopo il calare del sole si può mangiare e Mohamed ha decisamente fame! 
La serata trascorre tranquilla, tra un the caldo intorno al fuoco e la contrattazione con Mohamed per fare i conti del nostro soggiorno, che alla fine saldiamo un po’ in euro e un po’ in jod con soddisfazione di tutti.
La notte in tenda si rivela abbastanza fredda (ma ci avevano avvertito!) e la coperta in più in dotazione (anche se non esattamente pulita..) non fa certo scomodo.



Wadi Rum
Il giorno seguente ci mettiamo in marcia verso Amman, con circa 5 ore di auto da percorrere, provando anche l'emozione di fare qualche km sulla sabbia con la nostra Toyota (con tanto di brivido di rimanere impantanati). 
In generale le strade in Giordania sono ben tenute e tutte gratuite, anche la Desert highway che stavolta preferiamo alla più panoramica Kings highway,  in quanto più veloce e diretta.  Bisogna però fare molta attenzione ai dossi,  disseminati a caso e non segnalati in alcun modo lungo le strade, con il rischio di rimetterci la macchina.
Per pranzo arriviamo a Madaba, cittadina a sud di Amman famosa per i meravigliosi mosaici romani qui conservati.

Scopriamo per caso un ristorante davvero caratteristico in una corte interna con fiori e azulejos,  che si rivela poi essere consigliato anche dalla lonely planet (Haret Jdoudna): felafel e altre specialità buone e abbondanti per un prezzo più che equo (28 jod in 4).

A pancia piena possiamo dedicarci ai famosi mosaici, da quello che rappresenta la prima carta geografica della terra promessa conservato nella chiesa di S. Gregorio, ai bellissimi mosaici nel parco archeologico I e II. Qui il custode ci fa gentilmente strada fino all’albero della vita, spruzzando i mosaici con dell’acqua per renderli ancora più brillanti.

Madaba -  Albero della Vita
Arriviamo ad Amman verso le 18, dove abbiamo prenotato un altro Nomads hotel, meno carino di quello di Petra ma in posizione centrale proprio dietro Rainbow street e con parcheggio facile e gratuito nelle vicinanze. Complice anche un clima piuttosto freddo e ventoso, la sera cerchiamo proprio in questa strada un posto per la cena, imbattendoci in un locale piuttosto famoso e tipico (Sufra) che però per il ramadam prevede solo un menù fisso a 35 jod, interessante ma un po’ troppo per il nostro budget. Risultato: con quella cifra finiamo per cenare in 4 in un posto vicino e poi a nanna.



La Cittadella


L’ultima mattina in Giordania raggiungiamo la Cittadella con un uber per soli 3 jod (Amman è costruita su diversi colli, e anche se le distanze sembrano brevi bisogna pensare che ci sarà sempre una salita da fare), per poi scendere attraverso le scalinate fino al teatro romano e a downtown per la caccia ai regali. Ci facciamo prendere un po’ la mano e stipiamo nel già pieno bagaglio a mano pashmine, fanghi del mar morto, calamite, frutta secca, palle di natale (dato che a Petra ci hanno fregato con una palla ammaccata!).


Il Teatro romano
Il volo di ritorno per fortuna è puntuale e alle 19 siamo a Bologna (Giordania fuso +2h rispetto a noi nel periodo ora solare, +1h quando da noi c’è l’ora legale, che loro non hanno), stanchi ma estremamente soddisfatti di questo meraviglioso viaggio, pieno di esperienze ed emozioni che difficilmente scorderemo, e con una rinnovata certezza…viaggiare in questi anni ci è mancato decisamente troppo!!!