mercoledì 21 agosto 2019

Rio de Janeiro - Anima Carioca




Rio de Janeiro è senza dubbio una città unica, per la sua conformazione naturale con colline che si specchiano nell’oceano, immagini iconiche impresse nella mente di ognuno di noi come il Cristo Redentore o il Pan di Zucchero, per le sue spiagge cittadine e il carnevale più famoso del mondo!

Ma è anche un luogo ricco di contraddizioni, in bilico tra il futuro che vuole costruire e una povertà ancora troppo diffusa.

Tappa imprescindibile di un viaggio in Brasile, 3 giorni possono essere sufficienti per farsi una prima idea di Rio e lasciarti addosso la voglia di tornarci, ma ci è dispiaciuto non avere più tempo a disposizione per non limitarsi a fare i “turisti” ma vivere davvero la città e la sua atmosfera.

La questione sicurezza non è da sottovalutare, come in grandi metropoli ovunque, ma forse a Rio meglio avere ancora più buon senso e accortezze che altrove.

Ecco un video delle nostre foto di Rio!!





GIORNO 1 Copacabana - centro - Lapa - Boulevard Olimpico

Rio ci accoglie prima dell’alba e il taxi fissato tramite booking (23€) ci porta dall’aeroporto internazionale Galeao (GIG) al Rio Design Hotel a Copacabana (60€ a notte) in circa mezz’ora, così alle 6.30 siamo nella hall. Insistendo un po’ alla reception ci viene concesso di fare colazione in hotel e verso le 8.30 prendiamo possesso della camera al 14^ piano.
La giornata vera e propria si apre con una passeggiata sulla spiaggia di Copacabana (che dista solo 1 isolato dall’hotel), il tempo è nuvoloso, le onde alte, la spiaggia bagnata e noi siamo con jeans e felpa; incrociamo pochi altri turisti e qualche runner mattiniero…non proprio l’immagine che abbiamo in testa della spiaggia di Rio assolata e piena di vita, ma qui in fondo è pieno inverno (comunque 18 gradi..averne di inverni così)!

Una raccomandazione: il lungomare è pieno di sculture di sabbia che rappresentano ragazze in bikini con la scritta Copacabana, il Cristo, ecc. ben “sorvegliate” da tipi che pretendono di essere pagati per fare le foto..noi l’abbiamo capito solo dopo, e un tizio quasi ci rincorreva...meglio preparare qualche spicciolo o fare foto in modo discreto! A questo punto capiamo che è l’ora di prelevare, e prendiamo col bancomat 500 real al banco Bradesco in Av.Nostra Senhora de Copacabana.

Per la mattina abbiamo in programma un tour del centro e Lapa con Free Walker Tours, agenzia trovata su internet che organizza visite a piedi gratuite con guide del posto in diverse lingue (per lo più ragazzi giovani), non importa fissare ma solo presentarsi all’orario stabilito e unirsi al gruppo (ovviamente a fine tour è ben accetto un contributo, di importo libero). Noi facciamo il tour in inglese di ca. 3 ore con Mauricio, che parte da piazza Carioca (raggiungibile facilmente in metro linea 1 o 2, nuova ed efficiente, biglietto 4,2 real = 1€ ca). Prima fermata la storica pasticceria Colombo, dove assaggiamo il nostro primo brigadero, dolce ipercalorico di cioccolato e muu!

Nonostante la pioggerillina non ci abbandoni un attimo (ma siamo a Rio o a Londra?!), proseguiamo per la Travessa do commercio, con le sue case coloniali colorate, fino ad arrivare a piazza 15 Novembre che si affaccia sul vecchio porto e dove visitiamo il palazzo Imperiale e diverse chiese. Mauricio ci spiega che il gran numero di chiese di questa zona dipende dal fatto che erano destinate a diverse classi sociali; lo stile/ricchezza di ognuna rispecchia infatti la maggiore o minore opulenza. Entriamo nel palazzo imperiale per una “lezione di storia” che la nostra guida ci tiene, con particolare enfasi sull’alterno sviluppo economico del Brasile dalla conquista portoghese in poi e sulla piaga della schiavitù, con un parallelo sulla situazione attuale.

Ci spostiamo poi nella zona di Cinelandia, dove spiccano il teatro Municipale e la National Library, sulle cui scale scattiamo la foto di gruppo...ma è un’altra la scalinata che ci fa brillare gli occhi con i suoi oltre 200 gradini di ceramica colorata: la famosa scalinata Selaròn, nel cuore del quartiere di LAPA!! Le piastrelle arrivano da tutto il mondo, così come i turisti che fanno la fila per una foto con la scritta Rio de Janeiro, e noi ovviamente non facciamo eccezione. Selaron ha dedicato gran parte della sua vita a quest'opera ed è stato trovato morto proprio su queste scale nel 2013, vicino alla sua abitazione, in un macabro intreccio tra arte e vita..Non è stato mai chiarito se si sia trattato di omicidio o suicidio.

Per pranzo ci facciamo consigliare un ristorante al kilo a pochi passi dalla scalinata, Recanto da Lapa: buono, economico e non turistico.

Dopo la pausa è spuntato anche un po’ di sole e proseguiamo il giro da soli osservando gli archi dell’acquedotto di Lapa e la cattedrale metropolitana (dall’insolita forma che ricorda una piramide Maya), ma preferiamo non avventurarci oltre visto che la zona non sembra proprio ben frequentata: notiamo infatti pochi turisti e tanti senzatetto o gente non raccomandabile nonostante siano le 2 del pomeriggio (forse siamo anche troppo prudenti, ma nel dubbio perché rischiare?).

Ritorniamo verso il centro e percorriamo tutta Av.Rio Bianco fino ad arrivare alla zona del Boulevard Olimpico, un’area vicino al porto riqualificata in occasione delle olimpiadi del 2016. Qui si trovano il Museo del domani, il Rio Art Museum e i famosi murales di Kobra con volti giganti di diverse etnie che rappresentano i 5 continenti.

Rientriamo in zona Copacabana in metro verso le 6, ormai il sole è tramontato e vista la stanchezza del viaggio e della giornata decidiamo di prenderci qualcosa per cena in un supermercato e di andare a nanna presto…ma non prima di una passeggiata sulla spiaggia ben illuminata, dove qualcuno gioca a calcio e altri rientrano dal surf (con queste onde è da matti!).


GIORNO 2 Cristo Redentore - Botafogo - Pan di Zucchero - Lapa by night

Oggi ci aspettano i 2 simboli di Rio per eccellenza: Cristo Redentore e Pan di Zucchero!

Per entrambi abbiamo acquistato sui rispettivi siti ufficiali i biglietti, che danno un piccolo sconto (10%) ma soprattutto la sicurezza di accedere anche in caso di grandi code. Il processo è un po’ laborioso in quanto bisogna registrarsi con molti dati, tra cui passaporto, ma sono la soluzione più economica e sicura (ci sono varie agenzie che vendono tour e biglietti, ma in media più cari). In alternativa si possono acquistare direttamente a Rio nei vari punti dislocati in città (uno è a Copacabana), mentre alla biglietteria del trenino non vendono biglietti per il giorno stesso.

Cristo Redentore: accesso e treno Corcovado 18€ a testa; il biglietto vale per una data e orario fissi da scegliere al momento dell’acquisto - www.tremdocorcovado.rio
Si può raggiungere anche in minibus, ma secondo me risulta meno caratteristico.

Pan di zucchero: funivie e ingresso 23€ a testa; si sceglie una data e il biglietto vale per 1 ingresso a scelta da quel giorno per i 4 giorni successivi (a noi questo ha fatto comodo, perché avevamo fissato per il primo giorno ma abbiamo preferito rimandare al secondo visto che il tempo era nuvolo) - www.bondinho.com.br

Arriviamo alla partenza del trenino del Corcovado, il monte in cima al quale svetta la statua del Cristo, con la metro fino a Largo de Machado e poi con bus direzione Cosme Velho (ce ne sono diversi 580-581-583-422, la cosa migliore è chiedere all’autista se va al Corcovado e dove scendere, qui non parla quasi nessuno inglese ma questa è la domanda più gettonata in zona, quindi ci si può fare a farsi capire! Costo 4,05 real, il biglietto si fa sopra). La giornata non è brutta, ma alla biglietteria (dove cambiamo il voucher con il ticket vero e proprio) è esposto l’avviso non molto rassicurante “visibilità Cristo ridotta”...ci chiediamo come sia possibile non vedere a breve distanza una statua di oltre 30 metri..ma purtroppo scopriremo che il cartello non era messo a caso!

Parte integrante della visita è il percorso di ca. 20 minuti sul treno a 2 vagoni su rotaia che passa nel mezzo della foresta di Tijuca, con scorci bellissimi sulla giungla e il paesaggio via via che si sale (all’andata meglio stare nei posti a destra, al ritorno sulla sinistra per goderne a pieno).

Una volta arrivati in cima il freddo è pungente (siamo a 700 metri), nonostante felpa e k-way, ma ci distraiamo vedendo piccole scimmiette mangione sugli alberi e con la voglia di fotografare una delle 7 meraviglie del mondo moderno..se solo si vedesse per più di 3 secondi di fila! La nebbia corre veloce con il vento, creando una visione quasi mistica di apparizione/sparizione del Cristo! Ma noi non demordiamo e verso le 11 il sole premia la nostra costanza! Riusciamo quindi a fotografare tutto con il cielo azzurro sullo sfondo...davvero imponente la statua davanti alla quale facciamo le solite 1000 foto in posa plastica con le braccia aperte (la Routard sostiene che il Cristo stia in questa posizione in attesa di applaudire quando i brasiliani inizieranno a lavorare..) e meravigliosa la visuale delle baie sottostanti, con il Pan di zucchero in lontananza, Copacabana, Lagoa e Ipanema che si aprono sotto i nostri occhi!

Una volta scesi col treno (stavolta sul lato giusto!) riprendiamo il bus e la metro che ci portano nel quartiere Flamengo, dove la guida ci consiglia per pranzo la Boteca Belmonte, taverna in stile rustico con tavoli in legno e sostanzioso cibo brasiliano. Da qui prendiamo poi il bus 107 che, passando per Botafogo, ci porta verso le 15 ai piedi del Pao de Açucar nel quartiere di Urca.

A Praia Vermelha le onde si rincorrono alte, e rendono il panorama del monte dal basso ancora più suggestivo, ma la nostra idea è di assistere al tramonto dalla cima.

Iniziamo la salita con la prima funivia che porta al Morro da Urca, dal quale godiamo di una visuale del Pan di zucchero ancora più ravvicinata e delle baie di Botafogo da una parte e Copacabana dall’altra. Sullo sfondo il Cristo domina il panorama e abbraccia tutta Rio..un’immagine di quelle che ti restano dentro! Sul Morro ci sono numerosi bar e negozi, ed è piacevole sedersi per un po’ prima di salire sulla seconda funivia. Anche se il cielo non è limpido e il sole filtra dalle nuvole, i colori con l’avvicinarsi del tramonto si fanno sul rosa e il riflesso sull’oceano fa risplendere tutto intorno.

Quando scendiamo è già buio e l’autobus che secondo i nostri calcoli ci avrebbe dovuto portare diretti a Copacabana (582) ha deciso di non passare..quindi saliamo sul 107 fino alla stazione di Botafogo dove prendiamo la metro.

Per la serata abbiamo fissato un giro per locali a Lapa by night con i ragazzi di free walkers tour; ci arriviamo in taxi verso le 9 (costo 50 real, molto meglio Uber senza dubbio, costa la metà, ma noi purtroppo abbiamo scaricato l’app solo a fine viaggio..) e il primo giro di bevute è al Cachaça social club. Qui assistiamo a una dimostrazione dell’eccentrico proprietario su come si produce questo fortissimo liquore dalla canna da zucchero (tipo grappa)..e poi ce lo fa assaggiare pretendendo di berlo alla goccia e suonare una campana posta all’ingresso al grido di “viva cachaça”!!

Proseguiamo con caipirinhas, shot sotto gli archi di Lapa, drinking game (che vince inaspettatamente la mia squadra!) per poi concludere la serata ballando samba-RnB al Sacrilegio club.

La nostra impressione di Lapa è che sia molto più vitale e sicura la sera che non di giorno, con tantissima gente per strada e locali ad ogni angolo! Sicuramente ci si può venire anche da soli, anche se in fondo il FWT è un modo per conoscere persone e condividere esperienze di viaggio…al terzo drink si diventa tutti amici!!?


GIORNO 3  Rocinha - Ipanema - Arpoador

Per l’ultima giornata del nostro viaggio abbiamo deciso di conoscere una realtà che è parte integrante di Rio, lontana da spiagge da cartolina e attrazioni turistiche: la favela di Rocinha, che visitiamo con la onlus “Il sorriso dei miei bimbi”, fondata dall’italiana Barbara Olivi che vive là gran parte dell’anno e abbiamo avuto la fortuna di incontrare. Abbiamo preso contatti circa un mese prima tramite mail (www.ilsorrisodeimieibimbi.org/turismo-responsabile) per fissare la data della visita e ci ha risposto Elena, una volontaria che collabora là da oltre 1 anno.

Il giorno dell'appuntamento ci siamo incontrati alla fermata metro 4 Sao Conrado con Giulio, cuore pulsante del progetto e marito di Barbara, originario dello stato del Minas Gerais ma che vive da 20 anni in questa favela. Sorriso grande, cappellino di Valentino Rossi in testa e tifoso dell’inter oltre che della Fluminense, non potevamo avere migliore guida di lui per entrare in contatto con Rocinha. Tutti lo conoscono e lo salutano con gioia, la sua presenza non solo ci dà sicurezza ma ci permette di assaporare un piccolo frammento di vita vera all’interno della favela e di capire che è prima di tutto una comunità di persone che, pur avendo poco, hanno una forte dignità e un grandissimo senso di appartenenza. Per noi forse è difficile da capire, ma la maggior parte di chi nasce e cresce in favela ha desiderio di rimanerci, certamente migliorando la propria condizione, ma non di andare a vivere in altri quartieri perché si sente protetto da questo luogo e dai legami che vi si creano. Nonostante le fogne a cielo aperto accanto alle case malandate arroccate sulla collina (adesso quasi tutte in cemento), le stradine interne scoscese e piene di rifiuti, mentre quelle principali vengono pulite più volte al giorno per evitare che la pioggia porti i sacchetti a valle dove ci sono le case dei ricchi, praticamente attigue a questo mondo di povertà.

Anche i lavori pubblicizzati per i recenti giochi olimpici del 2016 non hanno purtroppo mantenuto le promesse di una Rio più equa e moderna per tutti. Molte delle strutture costruite in quell'occasione sono infatti già abbandonate e in fase di degrado, ma almeno una cosa buona è rimasta: Rocinha adesso ha una metropolitana che la collega direttamente al centro e questa per i suoi abitanti è comunque una conquista sociale.
La onlus ha fondato una scuola materna/elementare che andiamo a visitare come prima tappa del nostro giro, accoglie in tutto 40 bambini, che così hanno la possibilità di stare in un ambiente protetto e studiare per costruire un futuro migliore. Il contributo richiesto per la visita in favela (100 real) è in gran parte finalizzato a sostenere questo progetto, altro buon motivo per preferire questo modo di visitarla a un tour organizzato da agenzie.

A Rio esistono oltre 1000 favelas, sono delle vere e proprie città nelle città, e anche in quelle pacificade come Rocinha il vero pericolo è rappresentato dalle periodiche incursioni della polizia contro i narcos in cui possono avvenire sparatorie (avvisate da colpi di petardi che segnano il “coprifuoco”). Giulio è stato prezioso anche nell’indicarci quando è opportuno fotografare e quando no per evitare di riprendere i ragazzi che lavorano per i narcos, che lui conosce bene.

L’unico momento in cui mi sono sentita in pericolo è quando abbiamo preso il mototaxi per arrivare in cima alla collina…un’esperienza surreale con il ragazzo che guidava a folle velocità per i tornanti in salita con sorpassi a dir poco azzardati! I pensieri in quei lunghissimi 5 minuti sono stati nell’ordine: ci spiaccichiamo contro un autobus e ho pure il casco di 2 taglie più grandi – se mi rapisce non mi ritrovano nemmeno per sbaglio – forti dubbi sull’igiene del casco che avevo addosso!! Quando scendo miracolosamente incolume mi tremano le gambe, ma la vista di cui godiamo da quassù ci ripaga dello spavento..Rio è ai nostri piedi, ci riempie gli occhi con un senso di pace e bellezza, che contrasta con la vita umile che vediamo riscendendo a piedi per le stradine claustrofobiche tra cui non ci perdiamo solo grazie a Giulio.

Concludiamo la visita con una sosta al caffè letterario che la onlus ha aperto nel cuore della favela, per essere un punto di incontro positivo in cui sono tenuti anche corsi di inglese e spagnolo dai volontari e un piccolo mercatino di vestiti usati. Qui ci raggiunge Barbara, che ci racconta la sua storia, le difficoltà che incontrano ogni giorno, l’assenza di aiuti pubblici e le speranze per il futuro.

Lasciamo Rocinha felici per aver fatto questa esperienza e con meno pregiudizi su questa realtà, che assolutamente consiglieremo di visitare a chi viene in viaggio a Rio.
Ci spostiamo a Ipanema per il pranzo in un posto molto carino Fresh & Good (25€ in 2, menù del giorno completo e birra) e passeggiamo sulla spiaggia finalmente piena di vita visto il bel tempo. Qui l’aria è più rilassata che a Copacabana, ovunque ragazzi/e che giocano a calcio o prendono il sole e fanno il bagno nell’oceano, oggi più calmo ma sempre con onde belle alte (occhio alle correnti).

L’ultimo tramonto ce lo godiamo dall’Arpoador, il promontorio che separa Ipanema da Copacabana, seduti sulla grande scogliera piatta e con una caipirinha in mano. Qui il calare del sole è un vero e proprio rito, e quando sparisce dietro al famoso monte Dois Irmàos con le sue due vette gemelle scatta l’applauso!

Tornando verso l’hotel per riprendere i bagagli e dirigerci all’aeroporto abbiamo giusto il tempo per fare gli ultimi acquisti di souvenir, magliette con i colori del Brasile, calamite e portachiavi. Raggiungiamo il terminal con Uber, che nonostante l’intenso traffico risulta pratico e molto conveniente (12€).

Il nostro viaggio si conclude con una sorpresa positiva: Lufthansa è in overbooking in economy e, dopo averci messo in stanby, poco prima della partenza ci comunica che è lieta di accoglierci nella business class! Quelle fortune che capitano 1 volta nella vita e che ci godiamo a pieno tra cocktail di benvenuto, pigiamiamino per la notte, cena a base di champagne e sedile che è meglio di un letto…felici come bambini il giorno di natale, non facciamo nulla per nascondere che è la nostra prima (e unica!?) volta in business!

Il volo di 11 ore passa così veloce e piacevole, anche se segna la fine di questo straordinario viaggio che sicuramente ci resterà nel cuore e ci lascia il desiderio di tornare in futuro in questo meraviglioso paese che ha ancora tanti angoli di paradiso da mostrarci!

Scopri anche il resto del nostro viaggio di 15 giorni in Brasile!!


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