Rio de Janeiro è senza dubbio una città unica, per la sua
conformazione naturale con colline che si specchiano nell’oceano, immagini
iconiche impresse nella mente di ognuno di noi come il Cristo Redentore o il
Pan di Zucchero, per le sue spiagge cittadine e il carnevale più famoso del
mondo!
Ma è anche un luogo ricco di
contraddizioni, in bilico tra il futuro che vuole costruire e una povertà
ancora troppo diffusa.
Tappa imprescindibile di un
viaggio in Brasile, 3 giorni possono essere sufficienti per farsi una prima
idea di Rio e lasciarti addosso la voglia di tornarci, ma ci è dispiaciuto non avere
più tempo a disposizione per non limitarsi a fare i “turisti” ma vivere davvero
la città e la sua atmosfera.
La questione sicurezza non è da
sottovalutare, come in grandi metropoli ovunque, ma forse a Rio meglio avere
ancora più buon senso e accortezze che altrove.
Ecco un video delle nostre foto di Rio!!
Ecco un video delle nostre foto di Rio!!
GIORNO 1 Copacabana - centro - Lapa - Boulevard Olimpico
Rio ci accoglie prima dell’alba e
il taxi fissato tramite booking (23€) ci porta dall’aeroporto internazionale Galeao
(GIG) al Rio Design Hotel a Copacabana (60€ a notte) in circa mezz’ora, così
alle 6.30 siamo nella hall. Insistendo un po’ alla reception ci viene concesso
di fare colazione in hotel e verso le 8.30 prendiamo possesso della camera al
14^ piano.
La giornata vera e propria si
apre con una passeggiata sulla spiaggia di Copacabana (che dista solo 1 isolato
dall’hotel), il tempo è nuvoloso, le onde alte, la spiaggia bagnata e noi siamo
con jeans e felpa; incrociamo pochi altri turisti e qualche runner
mattiniero…non proprio l’immagine che abbiamo in testa della spiaggia di Rio
assolata e piena di vita, ma qui in fondo è pieno inverno (comunque 18
gradi..averne di inverni così)!
Una raccomandazione: il lungomare
è pieno di sculture di sabbia che rappresentano ragazze in bikini con la
scritta Copacabana, il Cristo, ecc. ben “sorvegliate” da tipi che pretendono di
essere pagati per fare le foto..noi l’abbiamo capito solo dopo, e un tizio
quasi ci rincorreva...meglio preparare qualche spicciolo o fare foto in modo
discreto! A questo punto capiamo che è l’ora di prelevare, e prendiamo col
bancomat 500 real al banco Bradesco in Av.Nostra Senhora de Copacabana.
Per la mattina abbiamo in programma
un tour del centro e Lapa con Free Walker Tours, agenzia trovata su internet che
organizza visite a piedi gratuite con guide del posto in diverse lingue (per lo
più ragazzi giovani), non importa fissare ma solo presentarsi all’orario
stabilito e unirsi al gruppo (ovviamente a fine tour è ben accetto un
contributo, di importo libero). Noi facciamo il tour in inglese di ca. 3 ore con
Mauricio, che parte da piazza Carioca (raggiungibile facilmente in metro linea
1 o 2, nuova ed efficiente, biglietto 4,2 real = 1€ ca). Prima fermata la
storica pasticceria Colombo, dove assaggiamo il nostro primo brigadero, dolce
ipercalorico di cioccolato e muu!
Nonostante la pioggerillina non
ci abbandoni un attimo (ma siamo a Rio o a Londra?!), proseguiamo per la Travessa
do commercio, con le sue case coloniali colorate, fino ad arrivare a piazza 15 Novembre
che si affaccia sul vecchio porto e dove visitiamo il palazzo Imperiale e
diverse chiese. Mauricio ci spiega che il gran numero di chiese di questa zona
dipende dal fatto che erano destinate a diverse classi sociali; lo
stile/ricchezza di ognuna rispecchia infatti la maggiore o minore opulenza. Entriamo
nel palazzo imperiale per una “lezione di storia” che la nostra guida ci tiene,
con particolare enfasi sull’alterno sviluppo economico del Brasile dalla conquista
portoghese in poi e sulla piaga della schiavitù, con un parallelo sulla situazione
attuale.
Ci spostiamo poi nella zona di
Cinelandia, dove spiccano il teatro Municipale e la National Library, sulle cui
scale scattiamo la foto di gruppo...ma è un’altra la scalinata che ci fa
brillare gli occhi con i suoi oltre 200 gradini di ceramica colorata: la famosa
scalinata Selaròn, nel cuore del quartiere di LAPA!! Le piastrelle arrivano da
tutto il mondo, così come i turisti che fanno la fila per una foto con la
scritta Rio de Janeiro, e noi ovviamente non facciamo eccezione. Selaron ha dedicato gran parte della sua vita a quest'opera ed è stato trovato morto proprio su queste scale nel 2013, vicino alla sua abitazione, in un macabro intreccio tra arte e vita..Non è stato mai chiarito se si sia trattato di omicidio o suicidio.
Per pranzo ci facciamo consigliare
un ristorante al kilo a pochi passi dalla scalinata, Recanto da Lapa: buono,
economico e non turistico.
Dopo la pausa è spuntato anche un
po’ di sole e proseguiamo il giro da soli osservando gli archi dell’acquedotto
di Lapa e la cattedrale metropolitana (dall’insolita forma che ricorda una
piramide Maya), ma preferiamo non avventurarci oltre visto che la zona non
sembra proprio ben frequentata: notiamo infatti pochi turisti e tanti
senzatetto o gente non raccomandabile nonostante siano le 2 del pomeriggio
(forse siamo anche troppo prudenti, ma nel dubbio perché rischiare?).
Ritorniamo verso il centro e
percorriamo tutta Av.Rio Bianco fino ad arrivare alla zona del Boulevard
Olimpico, un’area vicino al porto riqualificata in occasione delle olimpiadi
del 2016. Qui si trovano il Museo del domani, il Rio Art Museum e i famosi
murales di Kobra con volti giganti di diverse etnie che rappresentano i 5
continenti.
Rientriamo in zona Copacabana in
metro verso le 6, ormai il sole è tramontato e vista la stanchezza del viaggio
e della giornata decidiamo di prenderci qualcosa per cena in un supermercato e
di andare a nanna presto…ma non prima di una passeggiata sulla spiaggia ben
illuminata, dove qualcuno gioca a calcio e altri rientrano dal surf (con queste
onde è da matti!).
GIORNO 2 Cristo Redentore - Botafogo - Pan di Zucchero - Lapa by night
Oggi ci aspettano i 2 simboli di
Rio per eccellenza: Cristo Redentore e Pan di Zucchero!
Per entrambi abbiamo acquistato
sui rispettivi siti ufficiali i biglietti, che danno un piccolo sconto (10%) ma
soprattutto la sicurezza di accedere anche in caso di grandi code. Il processo
è un po’ laborioso in quanto bisogna registrarsi con molti dati, tra cui
passaporto, ma sono la soluzione più economica e sicura (ci sono varie agenzie
che vendono tour e biglietti, ma in media più cari). In alternativa si possono
acquistare direttamente a Rio nei vari punti dislocati in città (uno è a
Copacabana), mentre alla biglietteria del trenino non vendono biglietti per il
giorno stesso.
Cristo Redentore: accesso e treno
Corcovado 18€ a testa; il biglietto vale per una data e orario fissi da
scegliere al momento dell’acquisto - www.tremdocorcovado.rio
Si può raggiungere anche in minibus, ma secondo me risulta meno caratteristico.
Pan di zucchero: funivie e
ingresso 23€ a testa; si sceglie una data e il biglietto vale per 1 ingresso a
scelta da quel giorno per i 4 giorni successivi (a noi questo ha fatto comodo,
perché avevamo fissato per il primo giorno ma abbiamo preferito rimandare al secondo
visto che il tempo era nuvolo) - www.bondinho.com.br
Arriviamo alla partenza del
trenino del Corcovado, il monte in cima al quale svetta la statua del Cristo, con
la metro fino a Largo de Machado e poi con bus direzione Cosme Velho (ce ne
sono diversi 580-581-583-422, la cosa migliore è chiedere all’autista se va al
Corcovado e dove scendere, qui non parla quasi nessuno inglese ma questa è la
domanda più gettonata in zona, quindi ci si può fare a farsi capire! Costo 4,05
real, il biglietto si fa sopra). La giornata non è brutta, ma alla biglietteria
(dove cambiamo il voucher con il ticket vero e proprio) è esposto l’avviso non
molto rassicurante “visibilità Cristo ridotta”...ci chiediamo come sia
possibile non vedere a breve distanza una statua di oltre 30 metri..ma
purtroppo scopriremo che il cartello non era messo a caso!
Parte integrante della visita è
il percorso di ca. 20 minuti sul treno a 2 vagoni su rotaia che passa nel mezzo
della foresta di Tijuca, con scorci bellissimi sulla giungla e il paesaggio via
via che si sale (all’andata meglio stare nei posti a destra, al ritorno sulla
sinistra per goderne a pieno).
Una volta arrivati in cima il
freddo è pungente (siamo a 700 metri), nonostante felpa e k-way, ma ci
distraiamo vedendo piccole scimmiette mangione sugli alberi e con la voglia di
fotografare una delle 7 meraviglie del mondo moderno..se solo si vedesse per
più di 3 secondi di fila! La nebbia corre veloce con il vento, creando una
visione quasi mistica di apparizione/sparizione del Cristo! Ma noi non
demordiamo e verso le 11 il sole premia la nostra costanza! Riusciamo quindi a
fotografare tutto con il cielo azzurro sullo sfondo...davvero imponente la
statua davanti alla quale facciamo le solite 1000 foto in posa plastica con le
braccia aperte (la Routard sostiene che il Cristo stia in questa posizione in
attesa di applaudire quando i brasiliani inizieranno a lavorare..) e
meravigliosa la visuale delle baie sottostanti, con il Pan di zucchero in
lontananza, Copacabana, Lagoa e Ipanema che si aprono sotto i nostri occhi!
Una volta scesi col treno
(stavolta sul lato giusto!) riprendiamo il bus e la metro che ci portano nel
quartiere Flamengo, dove la guida ci consiglia per pranzo la Boteca Belmonte,
taverna in stile rustico con tavoli in legno e sostanzioso cibo brasiliano. Da
qui prendiamo poi il bus 107 che, passando per Botafogo, ci porta verso le 15
ai piedi del Pao de Açucar nel quartiere di Urca.
A Praia Vermelha le onde si rincorrono
alte, e rendono il panorama del monte dal basso ancora più suggestivo, ma la
nostra idea è di assistere al tramonto dalla cima.
Iniziamo la salita con la prima
funivia che porta al Morro da Urca, dal quale godiamo di una visuale del Pan di
zucchero ancora più ravvicinata e delle baie di Botafogo da una parte e
Copacabana dall’altra. Sullo sfondo il Cristo domina il panorama e abbraccia
tutta Rio..un’immagine di quelle che ti restano dentro! Sul Morro ci sono
numerosi bar e negozi, ed è piacevole sedersi per un po’ prima di salire sulla
seconda funivia. Anche se il cielo non è limpido e il sole filtra dalle nuvole,
i colori con l’avvicinarsi del tramonto si fanno sul rosa e il riflesso
sull’oceano fa risplendere tutto intorno.
Quando scendiamo è già buio e
l’autobus che secondo i nostri calcoli ci avrebbe dovuto portare diretti a
Copacabana (582) ha deciso di non passare..quindi saliamo sul 107 fino alla
stazione di Botafogo dove prendiamo la metro.
Per la serata abbiamo fissato un giro
per locali a Lapa by night con i ragazzi di free walkers tour; ci arriviamo in
taxi verso le 9 (costo 50 real, molto meglio Uber senza dubbio, costa la metà,
ma noi purtroppo abbiamo scaricato l’app solo a fine viaggio..) e il primo giro
di bevute è al Cachaça social club. Qui assistiamo a una dimostrazione
dell’eccentrico proprietario su come si produce questo fortissimo liquore dalla
canna da zucchero (tipo grappa)..e poi ce lo fa assaggiare pretendendo di berlo
alla goccia e suonare una campana posta all’ingresso al grido di “viva cachaça”!!
Proseguiamo con caipirinhas, shot
sotto gli archi di Lapa, drinking game (che vince inaspettatamente la mia
squadra!) per poi concludere la serata ballando samba-RnB al Sacrilegio club.
La nostra impressione di Lapa è
che sia molto più vitale e sicura la sera che non di giorno, con tantissima
gente per strada e locali ad ogni angolo! Sicuramente ci si può venire anche da
soli, anche se in fondo il FWT è un modo per conoscere persone e condividere
esperienze di viaggio…al terzo drink si diventa tutti amici!!?
GIORNO 3 Rocinha - Ipanema - Arpoador
Per l’ultima giornata del nostro
viaggio abbiamo deciso di conoscere una realtà che è parte integrante di Rio,
lontana da spiagge da cartolina e attrazioni turistiche: la favela di Rocinha,
che visitiamo con la onlus “Il sorriso dei miei bimbi”, fondata dall’italiana
Barbara Olivi che vive là gran parte dell’anno e abbiamo avuto la fortuna di
incontrare. Abbiamo preso contatti circa un mese prima tramite mail (www.ilsorrisodeimieibimbi.org/turismo-responsabile)
per fissare la data della visita e ci ha risposto Elena, una volontaria che collabora
là da oltre 1 anno.
Il giorno dell'appuntamento ci siamo incontrati alla fermata metro 4 Sao Conrado con Giulio, cuore pulsante del progetto e marito di Barbara, originario dello stato del Minas Gerais ma che vive da 20 anni in questa favela. Sorriso grande, cappellino di Valentino Rossi in testa e tifoso dell’inter oltre che della Fluminense, non potevamo avere migliore guida di lui per entrare in contatto con Rocinha. Tutti lo conoscono e lo salutano con gioia, la sua presenza non solo ci dà sicurezza ma ci permette di assaporare un piccolo frammento di vita vera all’interno della favela e di capire che è prima di tutto una comunità di persone che, pur avendo poco, hanno una forte dignità e un grandissimo senso di appartenenza. Per noi forse è difficile da capire, ma la maggior parte di chi nasce e cresce in favela ha desiderio di rimanerci, certamente migliorando la propria condizione, ma non di andare a vivere in altri quartieri perché si sente protetto da questo luogo e dai legami che vi si creano. Nonostante le fogne a cielo aperto accanto alle case malandate arroccate sulla collina (adesso quasi tutte in cemento), le stradine interne scoscese e piene di rifiuti, mentre quelle principali vengono pulite più volte al giorno per evitare che la pioggia porti i sacchetti a valle dove ci sono le case dei ricchi, praticamente attigue a questo mondo di povertà.
Anche i lavori pubblicizzati per i recenti giochi olimpici del 2016 non hanno purtroppo mantenuto le promesse di una Rio più equa e moderna per tutti. Molte delle strutture costruite in quell'occasione sono infatti già abbandonate e in fase di degrado, ma almeno una cosa buona è rimasta: Rocinha adesso ha una metropolitana che la collega direttamente al centro e questa per i suoi abitanti è comunque una conquista sociale.
Il giorno dell'appuntamento ci siamo incontrati alla fermata metro 4 Sao Conrado con Giulio, cuore pulsante del progetto e marito di Barbara, originario dello stato del Minas Gerais ma che vive da 20 anni in questa favela. Sorriso grande, cappellino di Valentino Rossi in testa e tifoso dell’inter oltre che della Fluminense, non potevamo avere migliore guida di lui per entrare in contatto con Rocinha. Tutti lo conoscono e lo salutano con gioia, la sua presenza non solo ci dà sicurezza ma ci permette di assaporare un piccolo frammento di vita vera all’interno della favela e di capire che è prima di tutto una comunità di persone che, pur avendo poco, hanno una forte dignità e un grandissimo senso di appartenenza. Per noi forse è difficile da capire, ma la maggior parte di chi nasce e cresce in favela ha desiderio di rimanerci, certamente migliorando la propria condizione, ma non di andare a vivere in altri quartieri perché si sente protetto da questo luogo e dai legami che vi si creano. Nonostante le fogne a cielo aperto accanto alle case malandate arroccate sulla collina (adesso quasi tutte in cemento), le stradine interne scoscese e piene di rifiuti, mentre quelle principali vengono pulite più volte al giorno per evitare che la pioggia porti i sacchetti a valle dove ci sono le case dei ricchi, praticamente attigue a questo mondo di povertà.
Anche i lavori pubblicizzati per i recenti giochi olimpici del 2016 non hanno purtroppo mantenuto le promesse di una Rio più equa e moderna per tutti. Molte delle strutture costruite in quell'occasione sono infatti già abbandonate e in fase di degrado, ma almeno una cosa buona è rimasta: Rocinha adesso ha una metropolitana che la collega direttamente al centro e questa per i suoi abitanti è comunque una conquista sociale.
La onlus ha fondato una scuola
materna/elementare che andiamo a visitare come prima tappa del nostro giro,
accoglie in tutto 40 bambini, che così hanno la possibilità di stare in un
ambiente protetto e studiare per costruire un futuro migliore. Il contributo
richiesto per la visita in favela (100 real) è in gran parte finalizzato a
sostenere questo progetto, altro buon motivo per preferire questo modo di
visitarla a un tour organizzato da agenzie.
A Rio esistono oltre 1000
favelas, sono delle vere e proprie città nelle città, e anche in quelle
pacificade come Rocinha il vero pericolo è rappresentato dalle periodiche incursioni
della polizia contro i narcos in cui possono avvenire sparatorie (avvisate da
colpi di petardi che segnano il “coprifuoco”). Giulio è stato prezioso anche
nell’indicarci quando è opportuno fotografare e quando no per evitare di
riprendere i ragazzi che lavorano per i narcos, che lui conosce bene.
L’unico momento in cui mi sono
sentita in pericolo è quando abbiamo preso il mototaxi per arrivare in cima
alla collina…un’esperienza surreale con il ragazzo che guidava a folle velocità
per i tornanti in salita con sorpassi a dir poco azzardati! I pensieri in quei lunghissimi
5 minuti sono stati nell’ordine: ci spiaccichiamo contro un autobus e ho pure
il casco di 2 taglie più grandi – se mi rapisce non mi ritrovano nemmeno per
sbaglio – forti dubbi sull’igiene del casco che avevo addosso!! Quando scendo
miracolosamente incolume mi tremano le gambe, ma la vista di cui godiamo da
quassù ci ripaga dello spavento..Rio è ai nostri piedi, ci riempie gli occhi
con un senso di pace e bellezza, che contrasta con la vita umile che vediamo
riscendendo a piedi per le stradine claustrofobiche tra cui non ci perdiamo
solo grazie a Giulio.
Concludiamo la visita con una
sosta al caffè letterario che la onlus ha aperto nel cuore della favela, per
essere un punto di incontro positivo in cui sono tenuti anche corsi di inglese
e spagnolo dai volontari e un piccolo mercatino di vestiti usati. Qui ci
raggiunge Barbara, che ci racconta la sua storia, le difficoltà che incontrano
ogni giorno, l’assenza di aiuti pubblici e le speranze per il futuro.
Lasciamo Rocinha felici per aver
fatto questa esperienza e con meno pregiudizi su questa realtà, che assolutamente
consiglieremo di visitare a chi viene in viaggio a Rio.
Ci spostiamo a Ipanema per il
pranzo in un posto molto carino Fresh & Good (25€ in 2, menù del giorno
completo e birra) e passeggiamo sulla spiaggia finalmente piena di vita visto
il bel tempo. Qui l’aria è più rilassata che a Copacabana, ovunque ragazzi/e
che giocano a calcio o prendono il sole e fanno il bagno nell’oceano, oggi più
calmo ma sempre con onde belle alte (occhio alle correnti).
L’ultimo tramonto ce lo godiamo
dall’Arpoador, il promontorio che separa Ipanema da Copacabana, seduti sulla
grande scogliera piatta e con una caipirinha in mano. Qui il calare del sole è
un vero e proprio rito, e quando sparisce dietro al famoso monte Dois Irmàos
con le sue due vette gemelle scatta l’applauso!
Tornando verso l’hotel per
riprendere i bagagli e dirigerci all’aeroporto abbiamo giusto il tempo per fare
gli ultimi acquisti di souvenir, magliette con i colori del Brasile, calamite e
portachiavi. Raggiungiamo il terminal con Uber, che nonostante l’intenso
traffico risulta pratico e molto conveniente (12€).
Il nostro viaggio si conclude con
una sorpresa positiva: Lufthansa è in overbooking in economy e, dopo averci
messo in stanby, poco prima della partenza ci comunica che è lieta di
accoglierci nella business class! Quelle fortune che capitano 1 volta nella
vita e che ci godiamo a pieno tra cocktail di benvenuto, pigiamiamino per la notte,
cena a base di champagne e sedile che è meglio di un letto…felici come bambini il giorno di
natale, non facciamo nulla per nascondere che è la nostra prima (e unica!?) volta
in business!
Il volo di 11 ore passa così
veloce e piacevole, anche se segna la fine di questo straordinario viaggio che
sicuramente ci resterà nel cuore e ci lascia il desiderio di tornare in futuro
in questo meraviglioso paese che ha ancora tanti angoli di paradiso da
mostrarci!
Scopri anche il resto del nostro viaggio di 15 giorni in Brasile!!
Scopri anche il resto del nostro viaggio di 15 giorni in Brasile!!
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