L’Islanda
è famosa per diverse cose, tutte riferibili alla sua natura ancora selvaggia e
in un certo senso “primordiale”. Le sue infinite cascate dai nomi
impronunciabili (Skògafoss, Gullfoss, Seljalandsfoss e tante altre), i suoi
vulcani in costante attività (è la terra con la maggiore concentrazione di vulcani
attivi, ad oggi ben 30 su un totale di 130), le condizioni meteo imprevedibili
con un clima piuttosto ostile e poche ore di luce in inverno (tipo dalle 11 am
alle 15 pm), ma soprattutto la possibilità di vedere in cielo la “Dame Verde”,
sua maestà l’Aurora Boreale da ottobre ad aprile.
Questo
mini-viaggio è nato un po’ per caso, sai mentre sei sul divano col cellulare in
mano e pensi “dove potremmo andare per vedere l’aurora boreale?” Lapponia
finlandese, Isole Lofoten (Norvegia), Svezia, Islanda...brevissima ricerca in
rete e vedi che quest’ultima, che sembra la più lontana, spersa nell’oceano a
un passo dalla Groenlandia, è in realtà la più facile da raggiungere. Detto,
fatto, troviamo un volo diretto Easyjet durata 4 ore ca. Milano-Reykjavik a
meno di 100€ a testa e iniziamo a programmare questa fuga autunnale!
Avevamo
ipotizzato diversi itinerari, per includere nei 3 giorni il maggior numero di
cose possibili, ma l’incertezza sulle condizioni meteo (neve e ghiaccio sulle
strade) e soprattutto l’allarme eruzione vulcanica ci hanno fratto scegliere il
percorso più “tranquillo”.
![]() |
Hallgrimskirkja Church |
Itinerario
Gorno
1
Arrivo
all’aeroporto (circa 40 minuti in auto dalla capitale Reykjavik, dove vive
oltre la metà degli abitanti di tutta l’Islanda) verso le 10.30 di mattina, qui
è praticamente da poco spuntato il sole, si fa per dire dato che il cielo è
bianco/grigio.
Abbiamo
noleggiato l’auto con Ice Rental Car tramite Booking, costo 147 € per 3 gg, con
gomme invernali chiodate, compresa assicurazione totale (menomale!!).
![]() |
Harpa |
La
nostra camera all’ Eric the Red Guesthouse (120€ con colazione) è proprio
dietro la futuristica chiesa Hallgrimskirkja, simbolo di Reykjavik. Da qui
imbocchiamo la strada che porta al centro, che è piuttosto piccolo e ben
visitabile a piedi, fino ad arrivare alla famosa strada arcobaleno. Essendo
fine novembre la città è già addobbata a festa, e il clima non è freddissimo:
praticamente tra 0 e 2 gradi senza escursione termica giorno/notte. Per pranzo
ci fermiamo al Salka Valka, dove constatiamo che in Islanda la cosa più cara è
proprio mangiare: 50 € per 2 zuppe di pesce/verdure!?
![]() |
Sun Voyager |
Altra
specialità è la carne di pecora, abbastanza prevedibile dato che in Islanda ci
sono più esemplari di questi ovini che persone (non è un modo di dire, 470.000
pecore contro 400.000 abitanti)!
Arriviamo
fino al porto, dove svetta l’Harpa Concert Hall, che ospita un teatro lirico, un
ristorante e un centro conferenze, realizzato in vetro con linee super moderne.
Poco più avanti, costeggiando il ventoso viale lungomare, troviamo il Sun
Voyager, un’installazione che dovrebbe essere lo scheletro di un vascello vichingo,
ma in fondo ognuno può vederci ciò che vuole.
L’idea
era di dedicare il pomeriggio ad uno dei centri termali in zona; essendo chiusa
(causa vicinanza al vulcano a rischio) la famosa Blue Lagoon, avevamo pensato
di andare alla Sky Lagoon (a pochi km dalla città), ma se non si prenota con
giorni di anticipo è impossibile trovare posto…peccato, l’ambiente deve essere
davvero suggestivo!
Ceniamo
sul presto (verso le 18) allo Svarta Kaffio, posto specializzato in zuppe
servite in una mega pagnotta, con solo 2 scelte: carne o verdure, ma con possibilità
di refill!
Verso
le 21 usciamo di nuovo, stavolta in auto, per allontanarci dalle luci della città,
in cerca di una luce molto diversa…l’aurora boreale. Le condizioni per vedere
questo meraviglioso fenomeno naturale sono fondamentalmente 3: cielo terso
(nuvole basse = niente aurora), più buio possibile, una forte attività solare (espressa
in una scala da 0 a 9, aurora visibile da 4 in su). Queste condizioni possono essere
monitorate sul sito en.vedur.is, e vengono aggiornate costantemente per fasce
orarie.
Percorriamo
circa 20 km verso nord sulla strada 1 e poi sulla 47 lungo il golfo di Hvalfjorour,
cercando la parte indicata sul sito come “meno nuvolosa” (colore bianco, mentre
le nuvole sono evidenziate in verde) e un luogo poco illuminato dove fermarci. Troviamo
uno spiazzo che potenzialmente ha tutte le caratteristiche ricercate, anche se
la luna piena che illumina il cielo in questi giorni non ci è amica. Aspettiamo
oltre 1 ora in auto, scrutando a testa in sù in ogni direzione, ma dell’aurora
purtroppo nemmeno l’ombra, e rassegnati prendiamo la strada del ritorno.
Capiamo che la quarta e più importante condizione per vederla è una grande
fortuna (con la C maiuscola!)!
Giorno
2
![]() |
Oxarafoss |
Capiamo
che gli islandesi, forse anche a causa del clima e per lo storico isolamento dal
resto del continente, sono molto diversi da noi italiani per cultura e modalità
di approcciarsi. Qui i genitori sono molto pragmatici con i figli, fin da
quando da piccoli li lasciano a dormire (ben coperti per carità) nelle carrozzine
fuori dai locali perchè si temprino. E dopo le scuole superiori é la norma andare
via di casa o pagare un affitto ai propri genitori se si vive ancora con loro…insomma,
proprio come le mamme italiane! Il nostro host ci dice inoltre che più volte si
è sentito rispondere al telefono, se chiamava un amico islandese proponendogli
di vedersi per prendere un caffè facendo 2 chiacchere in un bar: “Ma possiamo
parlare al telefono, e il caffè ce l’ho anche a casa, perchè devo uscire?!”. Diciamo
che non sono esattamente una popolazione accogliente e calda….ma in effetti il
discorso non fa una grinza, soprattutto nei lunghi inverni in cui le strade
sono piene di neve e alle 3 è già buio!
![]() |
Parco Nazionale Thingvellir |
Una delle cose fondamentali in Islanda in inverno è
monitorare la situazione delle strade dato che spesso sono ghiacciate, l’applicazione
migliore è www.road.is
La prima tappa venendo da Reykjavik è Parco Nazionale
Thingvellir, sito
patrimonio dell’UNESCO e caratterizzato da una geologia incredibile: è infatti
l’unico posto al mondo dove si può osservare la spaccatura della dorsale medio
atlantica che divide la placca americana dalla placca europea sopra al livello
del mare. Il paesaggio è di tipo vulcanico, percorribile con sentieri e
passerelle che portano proprio dentro al canyon, sul lago e alla cascata
Oxarafoss. Questo luogo è caro agli islandesi anche perchè è qui che nel 930 fu
fondato il primo Parlamento islandese, nonchè primo nella storia.
![]() |
Kerid |
Ci spostiamo nell’area geotermica a nord del Circle, dove il mitico Geysir (che ha dato il nome a tutti gli altri) è ormai privo di attività da anni, e ha lasciato il posto di attrazione principale al vicino Strokkur, con i suoi sbuffi ogni 5-10 minuti con getti di circa 15-20 metri.
Il fenomeno dei geyser si forma quando l’acqua che scorre
sotto la superficie termina in un piccolo cratere, dove grazie al calore e alla
pressione letteralmente “esplode” in enormi colonne d’acqua calda. Nonostante
il cielo sia nuvoloso, ammirare i colori delle pozze d’acqua che vanno dal
turchese all’azzurro e aspettare gli sbuffi è molto emozionante, perchè capisci
di trovarti davvero davanti alla forza della natura.
![]() |
Gullfoss |
La sera ci cuciniamo spaghetti Barilla
al pomodoro (frutto della spesa di ieri al Bonus) nella cucina che il ns. host
ci fa gentilmente usare (costo camera, calda e molto curata, 80€). La sera non
usciamo perchè il cielo è totalmente coperto e dobbiamo rinunciare alla nostra
“caccia”.
Giorno 3
![]() |
Reynisfjara Beach |
La caratteristica
di questo tratto di costa, vicino alla cittadina di Vik, sono le colonne di
basalto nere dalla forma quadrata, su cui ovviamente facciamo foto da ogni
angolazione! Anche in mare si ergono imponenti scogli neri, che una leggenda
islandese narra essere troll sorpresi dalla luce del sole nel tentativo di
trascinare una nave a riva, e trasformati in rocce.
![]() |
Spiaggia nera a Vik |
![]() |
Skogafoss |
![]() |
Seljalandsfoss |
Raggiungiamo
la nostra sistemazione per la notte (Hild Fisherman Village) sulla penisola
di Alfantes, subito a sud della capitale, dove usufruiamo della sauna e della
vasca di acqua calda poste su una terrazza…ci vuole un po’ di coraggio ma poi è
piacevole! Per fortuna siamo stati previdenti e avevamo pensato alla cena, procacciandoci
bresaola e salmone al supermercato prima di arrivare, perché qui siamo isolati
nel nulla…ma non abbastanza per la fantomatica aurora, che ormai ci dobbiamo arrendere
a non vedere a questo giro.
Diciamo
che questo spettacolo resta per ora nella nostra bucket list, e va anche bene
così, cercheremo di programmare una nuova “caccia”, in Islanda o in Lapponia, magari
in pieno inverno a gennaio-febbraio, quando il cielo è solitamente più limpido.
Giorno
4
![]() |
Geysir |
Nessun commento:
Posta un commento